da Il Piccolo del 19 agosto 2009
È passata un po' in sordina la cerimonia di quest'anno a ricordo delle vittime della strage di Vergarolla (Pola) del 18 agosto 1946, nella quale persero la vita oltre 100 persone innocenti. Ieri alla commemorazione c'erano una trentina di persone, tra cui testimoni ancora in vita della tragedia e parenti delle vittime. Una delegazione – composta da Claudia Millotti, presidente dell'Assemblea della Comunità degli italiani, Fabrizio Radin, presidente della stessa, e Argeo Benco, presidente della Famiglia polesana – ha deposto una corona di fiori sul sul cippo che ricorda le vittime nel parco del duomo. Sono mancati anche i discorsi, solo pochissime parole pronunciate da Fabrizio Radin. Alla mesta e modesta cerimonia ha fatto seguito la messa di suffragio al duomo, officiata da don Desiderio Staver.
La mattina di 63 anni fa sulla spiaggia di Vergarolla si erano date appuntamento numerose famiglie di polesani, per continuare la festa dell'Assunta e per assistere alla regata remiera dedicata ai 100 anni dalla fondazione della società Pietas Julia. E forte tra i Polesani era il desiderio di ritrovarsi in libertà dopo gli anni oscuri della guerra. Purtroppo, alle 14 quella bella giornata di sole si trasformò in catastrofe: saltarono in aria 9 tonnellate di esplosivo contenute in 28 mine residuati di guerra. Fu una carneficina, con un centinaio di morti e 200 feriti.
A distanza di oltre 6 decenni cresce la convinzione che non fosse stato un incidente casuale ma un sanguinoso atto intimidatorio verso gli Italiani della citta' per costringerli ad andarsene. Il che purtroppo avvenne come conseguenza la riduzione al lumicino dell'italianità di Pola rimasta spopolata. (p.r.)
