di MAURO MANZIN su Il Piccolo del 20 gennaio 2011
«D’ora in poi si può parlare dello spirito di Trieste» che ha innescato la storica svolta nei rapporti bilaterali tra Italia e Slovenia. A sostenerlo e il presidente sloveno Danilo Türk al termine della sua due giorni romana. Uno spirito creato da un intenso quanto discreto lavoro tra lo stesso Türk e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Un percorso – precisa Türk – iniziato con la visita di Napolitano in Slovenia nel 2008». D’ora in poi «bisogna essere proiettati al futuro», precisa sempre il presidente sloveno, operando insieme «nella comune cornice europea».
Siamo quindi di fronte a un vero e proprio spartiacque sia nei rapporti bilaterali, sia, più in generale, nei rapporti tra l’Italia e tutto il mondo dell’Est che ci fu negato per decenni dalla cortina di ferro. In questa nuova ottica geopolitica la Slovenia vuole assumere «il ruolo di regione ponte» verso i Balcani, tra nuova e vecchia Europa, spiega sempre Türk, il quale ha puntualmente ribadito lo stesso concetto anche ieri al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ma anche agli imprenditori sloveni e italiani incontrati durante la sua tappa meneghina. Dall’Italia istituzionale all’Italia finanziaria Türk ha voluto sottolineare tutte le opportunità che la nuova temperie italo-slovena è in grado di offrire, vuoi a Lubiana che a Roma o Milano che dir si voglia.
A testimoniare il nuovo clima che si respira è come il capo dello Stato della Slovenia ha affrontato in questi giorni lo scottante tema della restituzione a Lubiana dei quadri e dei beni culturali sottratti soprattutto alla regione del Litorale durante l’occupazione fascista. Nessun diktat, nessun muro contro muro. Türk ha ribadito l’importanza della questione per la Slovenia ma ha proposto, mentre nelle sedi opportune si discuterà della vertenza, di far conoscere le opere oggetto del contendere all’opinione pubblica italiana e slovena, magari con una mostra a cavallo del confine che dia il modo di poter usufruire in qualche modo di questi quadri.
Non che il nuovo processo sia del tutto privo di incognite. La prima ha dovuto fugarla proprio Türk che in patria si è sentito chiedere dall’opinione pubblica che cosa avesse barattato per avere simili onori e siffatta accoglienza in Italia. «Assolutamente nulla – replica sorridendo il presidente Sloveno – io e Napoltano non abbiamo decisa nulla, spetterà ai rispettivi governi ora portare avanti quanto fin qui costruito, noi abbiamo solo contribuito a offrire le idee che, dopo Trieste, hanno reso possibile questo scatto in avanti nelle relazioni bilaterali».
E i primi risultati non si sono fatti attendere come lo sblocco dei due progetti transfrontalieri inerenti alle minoranze per un ammontare di 80 milioni di euro. La prossima prova sarà quella del rigassificatore di Zaule. C’è un progetto italiano, ma c’è anche un progetto sloveno anche se mai concretamente ufficializzato. Adesso si dovrà trovare una soluzione senza che la stessa venga preceduta da minacce di futuribili ricorsi alla Corte di giustizia dell’Ue. Servirà, col dialogo e con il confronto, sciogliere tutti i nodi che finalmente sono giunti al pettine. E la questione sarà definitivamente sciolta quando tutte e due le parti si alzeranno scontente dal tavolo della trattativa.