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20 set – ”Infoibati? Tutte spie dei nazifascisti”

da Il Piccolo del 20 settembre 2009

«La Giornata del Ricordo dovrebbe cambiare nome e diventare, una volta per tutte, la giornata dell’orgoglio fascista». Nel prendere la parola venerdì scorso, nella sala del Consiglio provinciale, per aprire la presentazione del volume “Foibe: revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica” (edizioni Kappa Vu), lo storico Sandi Volk non ha usato mezze misure. Perché, ha sottolineato, «quasi tutti i 118 nomi finora premiati dallo Stato per essere stati vittime delle foibe, fanno riferimento a spie o collaborazionisti dei nazifascisti, nonostante lo stesso regolamento istitutivo della Giornata del Ricordo impedisca che vengano conferiti riconoscimenti a quanti hanno avuto a che fare con l’allora regime».

Di qui, dunque, l’invito, rilanciato con decisione da Volk a «rigettare qualsiasi forma politica di strumentalizzazione delle foibe, cercando di capire realmente cosa è accaduto non solo in quei mesi ma durante tutta l’occupazione italiana della Jugoslavia».

Il libro proposto dalla Kappa Vu contiene gli atti di un convegno svoltosi lo scorso 9 febbraio a Sesto San Giovanni, nel corso del quale, sottolinea l’editore «sono state sbugiardate le menzogne che vengono propagandate», sulle vicende del confine orientale. «Non è stato facile promuovere quell’appuntamento – ha ricordato sempre Volk, ricostruendone la fase organizzativa – perché abbiamo subito un vero boicottaggio da parte dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Milano, che fino all’ultimo ha cercato di impedire l’incontro. Eravamo comunque preparati a tutto, anche alla luce del fatto che quel sodalizio ha avuto tra i suoi presidenti una figura come Libero Sauro, fascista fino all’ultima ora».

Dopo Volk, si sono succeduti gli interventi di Claudia Cernigoj e Alessandra Kersevan, già da tempo impegnate in una battaglia che loro stesse definiscono “Resistenza storica”. E dai microfoni della sala di corso Italia, ascoltate da un pubblico relativamente numeroso, sono arrivate parole pesanti come macigni.

Altrettanto dure sono le prese di posizione arrivate della locale sezione dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia e della Lega Nazionale che ha parlato «di provocazioni» e di «sciacallaggio partitico», ricordando che «chiunque si sia avvicinato a questa pagina di storia ha potuto apprendere quale sia stata la verità dei fatti». Una verità che parla «di almeno 10mila vittime delle foibe: un numero su cui tutti gli storici sono d’accordo». Secondo Rodolfo Ziberna, presidente dei due sodalizi che rappresentano gli esuli che vivono a Gorizia e i fautori dell’italianità di Giorizia, «nessuno si deve permettere di negare la memoria dei crimini, perche questo significa condannare di nuovo le vittime al ruolo di reietti, di colpevoli da seppellire nell’indifferenza e nell’inesistenza». Una condizione, quest’ultima, ha fatto notare sempre Ziberna, che «ha connotato per decenni questo dramma».

Nicola Comelli

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