Concludiamo con questo ventesimo appuntamento il ricordo della vita e delle opere di padre Flaminio Rocchi, l’Aposto degli Esuli nato a Neresine il 3 luglio 1913 e scomparso a Roma il 9 giugno 2003. Dalle ultima pagine del libro “Padre Flaminio Rocchi: l’uomo, il francescano, l’esule”, curato da Fabio Rocchi ed edito dalla ANVGD, proponiamo solo alcuni dei messaggi e dei ricordi giunti dopo la sua scomparsa nel 2003.
Dopo la fotografia, trovate i link di tutte le puntate precedenti e dei loro argomenti.
La scomparsa di Padre Flaminio non è stata improvvisa, almeno per chi gli era accanto e ne seguiva i malanni giorno per giorno. Ma quel suo benevolo vizio di continuare a scrivere e rispondere ai suoi profughi, nonostante i medici lo avessero ampiamente ammonito dal farlo, aveva creato intorno a lui un’alea di immortalità, quasi non gli fosse concesso lasciare soli i suoi profughi.
Non servono commenti alle espressioni di dolore e di sgomento giunte da ogni dove dopo la notizia della scomparsa: autorità, articoli su giornali, strutture dell’Associazione, singoli Esuli e persone qualunque.
A chi di Padre Flaminio sente parlare solo oggi, le parole che leggerà saranno senz’altro utili per capire il segno indelebile da lui lasciato in ognuno di noi.
«L’associazionismo degli esuli perde con lui un esponente storico, un testimone della Diaspora, un referente a disposizione delle migliaia di istriani, fiumani e dalmati che per decenni hanno ricevuto dalla sua persona, quotidianamente, orientamenti e consigli. Con loro amava intrattenersi rievocando luoghi, paesaggi, atmosfere, amicizie, ed a loro ricordava sempre il valore morale della scelta dell’esodo come testimonianza di amore per l’Italia, come -diceva- “scelta di civiltà”. E per civiltà intendeva quella latino-veneta, quella stessa che ha plasmato nei secoli la cultura, l’arte, l’architettura, il dialetto delle città e delle cittadine istriane, del Quarnaro e della Dalmazia.
Suo cruccio era che l’esodo delle centinaia di migliaia di italiani dalle province orientali potesse, con il tempo, essere dimenticato, e per questo aveva affidato alle pagine di un libro -più volte edito- la divulgazione della storia di quei territori. Ormai quel settore della storia contemporanea enumera molti e diversi titoli, ma il contesto nel quale egli, con l’Associazione, si è trovato a lavorare nei decenni trascorsi fu ben più duro e sordo. […]
La cerimonia funebre è stata celebrata nella chiesa di S.Marco al Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma, alla presenza dei familiari, di una folla commossa di esuli e dei dirigenti dell’Associazione. Accanto al suo feretro, la bandiera dell’Istria, i labari e le corone dell’ANVGD e di Neresine. […] Il nostro voto, il voto di coloro che lo hanno conosciuto, apprezzato anchein diversità di opinioni, è che ora il suo esilio sia terminato, ed abbia trovato il suo sereno approdo.»
Patrizia Hansen su Difesa Adriatica
«A nome della Città di Trieste e mio personale desidero esprimere il più profondo cordoglio per la morte di Padre Flaminio Rocchi, per oltre cinquant’anni punto di riferimento spirituale ed umano per i profughi italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile che solo la fede ci può aiutare a superare, nella consapevolezza di aver conosciuto un esempio di uomo e sacerdote, testimone di valori ed ideali che resteranno per sempre.»
Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste
«L’avremmo voluto al nostro fianco durante la prima giornata della memoria il 10 febbraio 2003, ma la malattia non gli aveva permesso di muoversi. Ci aveva seguiti col pensiero, felice di questo risultato. Anche se lo sapevamo sofferente, è comunque un momento di grande tristezza che ci pervade alla notizia della sua dipartita, di rammarico e rimpianto per tutto quello che lui ha rappresentato. Possiamo dire in grande serenità che Padre Flaminio Rocchi è stato per noi un simbolo e una bandiera.»
Guido Brazzoduro,
Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli
sul quotidiano Il Piccolo
«Padre Rocchi ha sempre lottato e pregato, non si è mai fermato di fronte agli ostacoli e la sua tenacia ci ha permesso di raccogliere grandi successi. Non era un personaggio facile, era duro, intransigente. Ma anche nelle discussioni più accese manteneva il rispetto verso l’interlocutore. Era tenace, animato da una ferrea volontà di aiutare tutti noi. Quando penso all’opera di un Santo dei giorni nostri, penso a Padre Rocchi.»
Silvio Cattalini, Vice Presidente Nazionale dell’ANVGD
sul quotidiano Il Piccolo
«Ho avuto il privilegio di conoscere la profondità d’animo di Padre Rocchi, la disponibilità e l’intelligenza, la straordinaria capacità di dare seguito concreto alle iniziative promosse, la caparbietà nella ricerca di soluzioni eque per gli Esuli.
Ho impresso nella memoria il nostro ultimo incontro, nel dicembre del 2002; ricordo con commozione, in particolare, l’entusiasmo con cui Padre Rocchi aveva con me commentato, appena terminata la riunione di una Commissione presso il Tesoro di cui eravamo entrambi membri, una votazione in cui il mio sostegno positivo, quale rappresentante degli Esteri, si era rivelato determinante per una decisione favorevole ad un Esule. Mi porterò questa piccola memoria tra le più care.
Padre Flaminio Rocchi riusciva ad incarnare in sé stesso tutti gli Esuli, la loro difficile storia, le sofferenze, ma anche le speranze, i progetti per le future generazioni. La sua perdita è, per certi aspetti, davvero irreparabile, anche per la straordinaria capacità comunicativa che lo caratterizzava e per la prodigiosa memoria delle singole circostanze, dei singoli casi.
Padre Rocchi mancherà a tutti gli Esuli; mancherà il suo inesauribile entusiasmo, mancherà la sua forza morale ed etica. E mancherà molto anche a me.»
Andrea Orizio
Consigliere della Direzione Generale Paesi d’Europa del Ministero degli Affari Esteri
«Padre Flaminio Rocchi lascerà e lascia un vuoto incolmabile nell’anima di tutti gli esuli ed, in particolare, di quanti hanno avuto modo di conoscerlo in oltre 50 anni di esilio. Ma il Suo ricordo rimarrà per sempre perenne nelle menti dei più anziani e dei giovani, ai quali è stata tramandata la memoria di quanto accaduto ai propri genitori e che conserveranno anch’essi nel loro cuore e nel loro spirito il ricordo della missione compiuta da Padre Flaminio Rocchi. […] La Sua figura, talora burbera ma sempre disponibile al dialogo ed alla collaborazione, non potrà essere dimenticata da nessuno di noi.»
Gian Paolo Sardos Albertini, con il Comitato ANVGD di Verona
«Se n’è andato un figlio della nobile terra dell’Istria, un uomo con una grande passione per la sua gente, un sacerdote fiero del suo ministero. E’ a tutti nota la sua opera, perché la tragedia del popolo istriano, fiumano e dalmata fosse conosciuta e occupasse nella storia un capitolo di giustizia e di verità.
Le sue dettagliate ricerche, le precise argomentazioni e le accurate indagini sono il frutto di un lungo e prezioso lavoro che mette in luce la memoria e l’identità delle nostre Genti.
Ora è necessario raccogliere in eredità la fiaccola di questo suo lavoro, perché la polvere dell’oblio non faccia sbiadire una storia già troppe volte misconosciuta.»
Don Paolo Rakic
«Nessuno di noi dimenticherà mai il suo spirito, la sua intelligenza, la sua ironia, il suo senso di giustizia e la sua generosità e disponibilità ad aiutare chicchessia!
Con me aveva un rapporto tutto particolare. Ogni tanto mi faceva delle predichette, perché ero devota della Madonna di Medjugorije! Aveva uno spirito sarcastico, ma terribilmente bonario, che commuoveva chiunque. Quanto bene ha fatto quel grande Frate: incalcolabile. Noi ci vedevamo poco ma, quando ci si incontrava durante qualche conferenza, voleva che io mi sedessi vicino a lui e mi parlava di tante cose. Aveva una grande stima di mio padre Giani e diceva bonariamente che io non ero molto “degna” di lui: poi sorrideva.
Aveva il carattere che si riscontra spesso negli uomini delle nostre belle isole dalmate. Magnifico quel suo libro sulle Foibe. Quante ricerche avrà fatto e quanto avrà pensato a tutto quell’orrore che dalle nostre parti caratterizzò la seconda guerra mondiale. Non gli piaceva parlare di sé e di ciò che aveva fatto. Per conto mio si sarebbe meritato non una ma due medaglie d’oro.
Ci mancherà molto. Il suo spirito ironico anche nei fatti tragici, ci aiutava a superare tante cose. Padre Rocchi resterà sempre nel mio cuore come uno dei più cari amici e Maestri»
Giovanna Stuparich Criscione
«Ho appreso con grande dolore la notizia della scomparsa di Padre Flaminio Rocchi, che ho avuto l’onore di conoscere tramite mia madre, che apparteneva alla sua parrocchia, in via San Francesco a Ripa a Roma. Ne ho un ricordo vivissimo, di una personalità di straordinario fascino, che incontravo in chiesa, quando accompagnavo mia madre.
Mia madre era animata da una grande fede. Mi disse un giorno: “II Signore è stato generoso con me. Negli ultimi anni della mia vita mi ha riservato l’assistenza religiosa di un grande frate, che devi conoscere”. Allora avevo incarichi di governo e padre Flaminio di tanto in tanto mi faceva segnalazioni in favore dei più bisognosi. La sua propensione per opere di carità non aveva limiti, soprattutto per i componenti della comunità dalmata e giuliana, alla quale si sentiva profondamente legato e della quale aveva condiviso le vicissitudini e la tragedia. La soluzione degli spinosi problemi di quella comunità di nostri fratelli colpita da un terribile destino era sempre in cima ai suoi pensieri.
Alla vigilia di un mio incontro con autorità slovene mi esortò ad essere fermissimo nella difesa dei diritti dei nostri connazionali.
Non potrò mai dimenticare il ricordo stupendo che fece di mia madre ai suoi funerali. Ne fu colpito anche il Presidente della Repubblica Cossiga, che volle essere presente a quella cerimonia.
Il ricordo di un grande uomo di fede cristiana e di passione italiana come Padre Flaminio Rocchi è prezioso per noi e per le generazioni future.»
On. Antonio Maccanico
già Segretario Generale alla Presidenza della Repubblica e Ministro della Repubblica
«Per ricordare l’instancabile P.Flaminio, iniziando dal primo esodo fino all’ultimo dei suoi giorni, non basterebbe né un aneddoto, né uno scritto, ma un grosso libro.
Ha speso tutta la sua vita per poter aiutare, incoraggiare quella povera gente che ha dovuto abbandonare la loro terra, i loro sacrifici, i loro sudori per inoltrarsi in un mondo sconosciuto e per mantenere la vera identità.
Non ho avuto molte occasioni di vederlo personalmente, ma per corrispondenza ho avuto bisogno di scrivergli più volte e chiedergli spiegazioni a riguardo dell’esodo. Immediatamente e gentilmente mi rispondeva, spiegandomi come e cosa dovevo fare per intraprendere la giusta strada. Mi sono bastate le sue lettere per capire la bontà della sua persona.
Poi un giorno ho avuto l’occasione di conoscerlo di persona, una domenica nella nostra chiesa delle Marcelliane; ha celebrato la S.Messa per i suoi paesani. Ho atteso che venisse in mezzo alla sua gente per stringergli la mano e dirgli: “Grazie, Padre Rocchi, per l’interessamento e per darci tanto aiuto a risolvere i nostri problemi”. Con un sorriso mi rispose: “Lo faccio con tutte le mie forze perché è mio dovere confortare e incoraggiare questa gente e continuare con l’aiuto di Dio”.
Questo era Padre Rocchi.»
Lidia Manzin
«Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Padre Rocchi e di apprezzare la sua grande abnegazione al servizio degli esuli, per i quali ha speso tutta la sua vita, riuscendo con la sua perseveranza ad ottenere obiettivi che hanno reso meno amara l’esistenza a tanta gente.»
Piero Tarticchio
«Nel ricordare tutti gli istriani, fiumani e dalmati che in questi sessant’anni ci hanno lasciato nell’attesa di un tardivo riconoscimento, si erge su tutte la figura di Padre Flaminio Rocchi, cui va il nostro commosso e affettuoso tributo.»
On. Gianfranco Fini, vicepresidente del Consiglio
Palazzo Chigi, Giorno del Ricordo 2006
La vita corporale di Padre Flaminio si conclude al Cimitero Laurentino, a pochi minuti dal Quartiere giuliano-dalmata di Roma, dove una sorridente foto è accompagnata dalle parole scritte dalla nipote Ileana che in poche righe ha raccolto il senso di una vita dedicata agli altri.
Davanti al mare
hai capito cosa il Signore voleva da te.
Sei salito sulla Sua barca
e hai scelto verso dove remare.
Onde di tempesta
ti hanno portato ad ascoltare
le confidenze di tanti figli,
le difficoltà di tante famiglie,
le gioie e le tragedie di tante vite.
Per loro, da semplice Frate,
hai affrontato il vento,
hai bussato a tante porte
con volontà e fiducia.
Per loro,
che erano diventati ormai i tuoi figli,
la tua grande famiglia,
la ragione della tua vita francescana.
Poi alle onde ti sei abbandonato
e, con le reti piene,
sei entrato in un piccolo porto sicuro,
nel mare tranquillo della sera.
Ringrazio in un unico abbraccio tutti coloro che mi hanno fatto giungere documenti e testimonianze che mi hanno consentito di comporre questa sorta di album dei ricordi.
Ai lettori un doveroso ringraziamento per essere giunti fin qui e l’auspicio che questa piccola raccolta possa restare, nel tempo, un modesto segno tangibile della grande eredità morale lasciataci da Padre Flaminio.
Disperdere i suoi ricordi nelle vastità dei nostri dimenticatoi sarebbe stato un vero peccato.
Fabio Rocchi
1. puntata: biografia sintetica https://www.anvgd.it/notizie/14901-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-1-12mar13.html
2. puntata: vita da cappellano militare https://www.anvgd.it/notizie/14913-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-2-14mar13.html
3. puntata: l’esperienza di cappellano militare in Corsica https://www.anvgd.it/notizie/14945-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-3-19mar13.html
4. puntata: i ricordi della sua Neresine https://www.anvgd.it/notizie/14961-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-4-22mar13.html
5. puntata: l’impegno nell’ANVGD https://www.anvgd.it/notizie/14987-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-5-26mar13.html
6. puntanta: le Foibe https://www.anvgd.it/notizie/15014-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-6-02apr13.html
7. puntana: l’Esodo giuliano-dalmata https://www.anvgd.it/notizie/15034-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-7-04apr13.html
8. puntata: Trattato di Osimo e rapporti con la ex Jugoslavia https://www.anvgd.it/notizie/15055-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-8-09apr13.html
9. puntata: l’assistenza agli Esuli https://www.anvgd.it/notizie/15080-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-9-11apr13.html
10. puntata: la cruda realtà della profuganza https://www.anvgd.it/notizie/15081-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-10-06mag13.html
11. puntata: le critiche https://www.anvgd.it/notizie/15100-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-11-08mag13.html
12. puntata: la riconoscenza degli Esuli https://www.anvgd.it/notizie/15128-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-12-10mag13.html
13. puntata: la prima edizione de “L’esodo dei 350mila…” https://www.anvgd.it/notizie/15138-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-13-13mag13.html
14. puntata: le interviste https://www.anvgd.it/notizie/15169-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-14-16mag13.html
15. puntata: l’ultima edizione de “L’Esodo dei 350mila...” https://www.anvgd.it/notizie/15193-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-15-20mag13.html
16. puntata: Difesa Adriatica https://www.anvgd.it/notizie/15213-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-16-22mag13.html
17. puntata: epistolario https://www.anvgd.it/notizie/15228-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-17-22mag13.html
18. puntata: fede e francescanesimo https://www.anvgd.it/notizie/15237-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-18-22mag13.html
19. puntata: malattia e morte https://www.anvgd.it/notizie/15251-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-19-29mag13.html
20. puntata: in ricordo https://www.anvgd.it/notizie/15281-2013-lanno-di-padre-flaminio-rocchi-20-03giu13.html