Relegato perennemente in seconda serata, il Giorno del Ricordo era stato presentato dalla RAI con una serie di programmi che però, guardacaso, venivano proposti con orari alquanto balzani, tenuto oltremodo conto del giorno feriale.
Su RaiUno alle 23.30 del 10 febbraio è andato in onda il nuovo documentario “Foibe” prodotto dal Tg1, della durata di 25 minuti. A quell’ora non ha potuto che raccogliere 1.300.000 spettatori.
Più o meno alla stessa (tarda) ora RaiTre trasmetteva “Italiani per scelta – 7 storie istriane”, un interessante reportage di mezzora che però non ha superato i 500mila spettatori.
Bruno Vespa con “Porta a porta” e annesse polemiche sul Giorno del Ricortdo slittava fino al 13 febbraio, in rigorosa seconda serata, raccogliendo 1.200.000 nottambuli fino alle 1.15 della notte.
Risultati assai magri per una Storia che deve essere ancora portata a conoscenza della maggioranza degli italiani. Risultati comunque di una strategia che nasce perdente negli intendimenti, confinata nella marginalità quasi come un obbligo di legge da digerire.
La RAI è un servizio pubblico, ma stavolta al pubblico non ha fatto per niente un buon servizio. Un’altra occasione sprecata e un canone che gli Esuli e i discendenti pagano non certo ringraziando l’azienda.