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20mar/12.14 – Unione Istriani bacchetta le sue Famiglie e mette all’indice i Rimasti

L’Assemblea Generale dell’Unione degli Istriani, convocata giovedì 17 marzo 2011, in seduta ordinaria in coincidenza del 150° anniversario di fondazione dello Stato unitario italiano, oltre all’esame ed all’approvazione dei bilanci consuntivo 2010 e preventivo 2011 secondo i dettami statutari, ha anche approvato pressoché all’unanimità (un solo voto contrario) una risoluzione proposta dalla Presidenza concernente i rapporti formali con l’Unione Italiana, l’organizzazione che rappresenta la minoranza italiana in Istria, Fiume e Dalmazia.

Tale risoluzione, che sollecita i vertici politici della comunità nazionale in Slovenia e Croazia a riconoscere pienamente il dramma dell’esodo e la pulizia etnica come crimini contro l’umanità perpetrati a guerra finita, impegna il Consiglio Generale e la Giunta dell’Unione degli Istriani ad avviare formali contatti con l’Unione Italiana a determinate condizioni che l’Assemblea Generale ha ritenuto minime, soprattutto dopo le recenti affermazioni denigratorie nei confronti del Giorno del Ricordo rese da alcuni esponenti di spicco degli italiani d’oltreconfine e non smentite dai vertici dell’organizzazione.

Fonte Unione degli Istriani

RISOLUZIONE

proposta dalla Presidenza dell’Unione degli Istriani all’Assemblea Generale convocata a
Trieste il 17 marzo 2011 in coincidenza con il 150°anniversario di fondazione dello Stato unitario italiano
“Rapporti con l’Unione Italiana e le sue Istituzioni”

Premesso che

– con il Trattato di Pace del 1947, il Memorandum di Londra del 1954, il Trattato di Osimo del 1975 e con i relativi Accordi attuativi italo‐jugoslavi e, dopo il 1994, con gli Accordi confermativi italo‐sloveni ed italo‐croati, si è di fatto portata a compimento la pulizia etnica a danno della millenaria civiltà italiana dell’Adriatico orientale, iniziata con la persecuzione slavo‐comunista attuata a partire dal settembre 1943, sostenuta decisamente da un contenuto ma efficiente nucleo di comunisti italiani locali;

– a seguito delle mutilazioni territoriali si è verificato un esodo massiccio senza ritorno che ha portato oltre 350.000 italiani decisi a rimanere tali a lasciare, salva la vita, i loro territori le loro proprietà nel frattempo sequestrate, requisite ed incamerate dal regime jugoslavo comunista anche con l’imposizione della riforma agraria che colpì i piccolissimi proprietari, e parte delle quali, con il concorso di esponenti comunisti italiani di estrazione locale, sono state riassegnate alle famiglie italiane che scelsero di rimanere accogliendo il regime comunista jugoslavo;

prendendo atto che

– finora nessun esponente dell’attuale Unione Italiana (denominazione adottata a seguito dell’assemblea di Fiume del 16.7.1991) ha inteso riconoscere alcuna responsabilità politica oggettiva della Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume (UIIF), organizzazione politica predecessore nata tra il 10 e l’11 luglio 1944 a Čamparovica (Albona) ed emanazione diretta del Partito Comunista Jugoslavo, nella repressione e persecuzione di migliaia di concittadini italiani ed avente lo scopo di sostenere, con ogni mezzo possibile, le rivendicazioni nazionali dei partigiani comunisti, in particolare croati, che reclamavano di riunirsi alla “madrepatria”;

– ancora, in occasione del Giorno del Ricordo 2011 appena conclusosi, alcuni esponenti di rilievo della minoranza italiana, senza smentita alcuna da parte della dirigenza attuale dell’Unione Italiana, hanno qualificato nel corso di interventi pubblici tale Giornata di Festa Nazionale come momento di revisionismo storico da parte dello Stato italiano ed addirittura insinuando che i diritti civili e sociali nella Jugoslavia del primo dopoguerra erano, anche per gli italiani, imparagonabilmente migliori di quelli garantiti nei paesi dell’Europa occidentale;

rilevato che

– rispetto alle diverse problematiche che investono le comunità degli Esuli (mantenimento delle tombe italiane nei cimiteri dell’Istria; recupero delle proprietà confiscate ed ancora libere; salvaguardia del patrimonio culturale ed artistico, etc.), si è finora registrata da parte delle Istituzioni dell’Unione Italiana una manchevole sensibilità se non nessuna concreta disponibilità ed impegno alla risoluzione delle
stesse;

– anche in occasione del Giorno del Ricordo 2011, sebbene invitati come risulta a codesta Associazione, nessun dirigente dell’Unione Italiana abbia partecipato, come negli anni precedenti, alle commemorazioni solenni in Italia (Quirinale, Campidoglio, etc), né tantomeno abbiano finora organizzato alcun tipo di iniziativa nei territori dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia in cui risiedono ed oggi sottoposti alla sovranità di Slovenia e Croazia per ricordare l’Esodo ed il massacro delle Foibe;

riaffermando

– la necessità di profondere ogni sforzo possibile al fine di ristabilire la verità storica sugli eventi che hanno condotto alla soppressione di migliaia di civili italiani in Istria, Fiume e Dalmazia nel periodo dal 1943 al 1954 ed indotto alla fuga ed all’esilio oltre 350.000 italiani per lingua, cultura e tradizioni, dai territori in cui dimoravano da secoli, attribuendo ad ogni fazione e parte in causa le oggettive responsabilità e corresponsabilità;

– l’urgenza di garantire alla popolazione italiana esodata ed ai suoi discendenti, stante la situazione politica creatasi a seguito della sconfitta dell’ideologia comunista nell’intero continente europeo, il diritto al ritorno nei territori di origine, così come quello di ottenere, nella misura massima possibile, ed il diritto di godimento dei beni immobili illegalmente requisiti, con la doverosa rimozione di ogni discriminazione di qualsiasi carattere;

più volte riscontrato

– che rispetto a questi temi nessun tipo di dibattito ed oggettiva collaborazione, per ammissione palese degli Organi dell’Unione Italiana medesimi, è stata finora possibile avviare l’Assemblea Generale dell’Unione degli Istriani ‐ Libera Provincia dell’Istria in Esilio, riunita a Trieste nel giorno del 150° anniversario della proclamazione dello Stato unitario italiano

impegna

il Comitato di Presidenza ed il Consiglio Generale a ricercare formali contatti con l’Unione Italiana e le sue Istituzioni non prima che quest’ultime, con atti ufficiali deliberati dai rispettivi organi sociali, abbiano manifestamente riconosciuto la pulizia etnica e la repressione comunista a danno di migliaia di Istriani, Fiumani e Dalmati italiani, perpetrate dal 1943 fino alla fine anni ’50, quali crimini contro l’umanità, così come la corresponsabilità della Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume, quale emanazione diretta del Partito Comunista Jugoslavo, di cui la citata Unione Italiana è erede, negli eccidi e nell’esproprio mirato dei loro beni;

sollecita

le Famiglie e le altre Sezioni e Gruppi affiliati all’Unione degli Istriani a mantenere negli eventuali rapporti con l’Unione Italiana e le sue Istituzioni, rispetto alle reticenze ed ai citati, finora mancati riconoscimenti, una linea politica rigorosamente aderente a quella raccomandata alla Presidenza ed al Consiglio Generale.

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