Abbiamo trattato più volte su questo sito e su "Difesa Adriatica" il problema delle guide turistiche italiane che scrivono di Istria e Dalmazia usando spesso solo i toponimi in lingua slava e solo occasionalmente quelli in italiano, seppellendo così millenni di italica cultura delle nostre terre.
Oggi un esempio di segno opposto ci viene proprio dalla Croazia, dove la casa editrice Extrade di Castua (Fiume) ha edito la guida "Istria", peraltro completissima sotto l'aspetto descrittivo di 80 principali località istriane, utilizzando esclusivamente i toponimi in lingua italiana, senza alcun riferimento alla attuale denominazione. Un confronto quasi imbarazzante con le nostre guide, spesso di grandi case editrici, che ignorano le denominazioni italiane delle nostre città.
Così proprio dalla croata Extrade dobbiamo prenderci questa bella lezione di storia, aggiungendo soltanto che inserire anche il toponimo in slavo permetterebbe anche al turista più sprovveduto di non perdersi tra i cartelli stradali che incontrerà nella verde Istria.
L'argomento ci consente di annunciare che l'ANVGD sta preparando proprio per il settore turistico un progetto di diffusione delle tracce di romanità, venezianità e italianità destinato ai turisti italiani in viaggio nei territori ceduti alla ex Jugoslavia.