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21 lug – Livorno: ritardi ingiustificati per le case degli Esuli

da La Nazione del 20 luglio 2010 

Livorno – Non c’è pace per gli esuli di Istria, Dalmazia e Libia. E’ ancora inattuata la delibera approvata in consiglio comunale il 7 giugno scorso che permette alle 28 famiglie di esuli di acquistare gli alloggi popolari loro assegnati al rientro in Italia, dopo più di 60 anni di attesa. "Leggi dello Stato e della Regione Toscana, che sanciscono il diritto dei profughi al riscatto degli alloggi popolari dove vivono da decenni, sono state disinvoltamente ignorate» tuona Marcella Amadio del Pdl che dai banchi del consiglio comunale ha combattuto al fianco dei nostri concittadini esuli. "Casalp, che ha in carico gli alloggi da alienare a prezzo agevolato a questi cittadini, — prosegue la Amadio — fa ‘la melina’ sostenendo che occorre attendere la pubblicazione della delibera del 7 giugno e che sia protocollota. Questo non è vero! L’art. 134 del Testo Unico Enti Locali sancisce che le delibere dei consigli comunali sono immediatamente eseguibili". Per questa ragione "l’avvocato Marco Musotto, che rappresenta molti di questi cittadini — sottolinea la Amadio — ha chiesto a Casalp che siano rimborsati agli assegnatari in questione gli affitti che hanno pagato per i loro alloggi dal 7 giugno ad oggi perché non dovuti". A segnalarle le inadempienze di Casalp addirittura da Firenze è anche Dalio Affibiato, delegato della Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia. Il tam tam ha percorso la Toscana.

"Quando abbiamo letto su ‘La Nazione’ la notizia della delibera che faceva finalmente giustizia, dopo anni di oblio, dei diritti negati per gli italiani esuli rimpatriati, abbiamo esultato. Ma adesso che abbiamo saputo dai nostri amici di Livorno che dopo un mese la delibera non è stata ancora attuata, ci siamo avviliti e arrabbiati". Stesso stato d’animo all’ombra dei Quattro Mori. Mario Cervino che rappresenta a Livorno l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e Lina Anelich sono arrabbiati. "Dopo la gioia la delusione per questo ennesimo ingiustificato ritardo. Abbiamo già sofferto umiliazioni, lutti e dolori. Non meritiamo anche questo. Siamo cittadini italiani con diritti sanciti dalle leggi dello Stato".

Il 7 giugno quando è stata votata la delibera l’assessore al bilancio e al patrimonio Valter Nebbiai ha detto: "Non mi è piaciuto che sulla stampa (La Nazione, ndr) siano apparse dichiarazioni che alludevano alla possibilità che gli esuli giuliani e di Libia avrebbero potuto rivalersi contro l’amministrazione qualora non avesse dato il via libera alla vendita delle case popolare loro assegnate anni fa". Tutte queste case frutteranno 120 mila euro a Casalp (che gestisce questi alloggi). "Che valgono secondo i parametri dell’edilizia popolare da 40 a 60 mila euro l’uno — ha precisato Nebbiai sempre nel consiglio del 7 giugno — e sul mercato privato molto di più. Sarebbe stato meglio non vendere a questi prezzi". Nebbiai non ha mandato giù questo rospo. E neanche Casalp che, adducendo le ragioni che abbiamo ricordato sopra, pare non intenzionata a mollare ancora l’osso. Sed lex dura lex. E il neo nominato presidente di Casalp, l’avvocato Stefano Taddia lo sa bene.

Monica Dolciotti

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