Zagabria starebbe preparando un giro di vite nei confronti delle minoranze. Obiettivo: ridimensionare il ruolo dei loro rappresentanti al Sabor. Secondo il parere di Sinisa Tatalovic, consigliere per la politica interna del capo dello Stato Ivo Josipovic, i deputati delle minoranze non dovrebbero venire eletti in maniera autonoma, ma sulle liste dei partiti. Non basta: dovrebbero votare in Parlamento solo su questioni relative alle minoranze nazionali e non ad esempio sulla fiducia al governo o sul bilancio. Sarebbero quindi deputati di Serie B.
Furio Radin, deputato italiano che ha reagito duramente all’ipotesi intervenendo sui vari Tg croati, sostiene che Tatalovic avrebbe agito per conto suo. «Ma non so – avverte – se il consigliere sia tanto sprovveduto da dire delle cose che il presidente della Repubblica non condivide. Per mettere fine a questa polemica ho proposto un incontro chiarificatore con il Capo dello Stato che le minoranze vedono come punto di riferimento e come primo cittadino del paese nel quale vogliamo sentirci a casa nostra». La dichiarazione di Tatalovic è stata formulata quasi in contemporanea con il clamoroso e acceso scontro tra Josipovic e il deputato della minoranza serba Milorad Pupovac. In riferimento alle dotazioni finanziarie per la minoranza serba, Josipovic ha accusato Pupovac di etnobusiness e di scarsa tutela degli interessi dei suoi connazionali in Croazia.
Radin ha giudicato inusuale il linguaggio di Josipovic nei confronti di un deputato minoritario e in questo caso di uno dei leader storici dei serbi. «Probabilmente – afferma il deputato italiano – una certa animosità è sorta un anno fa, quando la Corte costituzionale della Croazia con una sentenza incostituzionale (non si possono modificare le regole elettorali a soli quattro mesi dall’appuntamento con le urne) aveva bocciato sia il doppio voto per gli italiani che il modello specifico di discriminazione positiva per i serbi, invalidando quanto concesso dal precedente potere di centrodestra». La scandalosa sentenza, così alcuni osservatori, aveva confermato che la Corte costituzionale non è immune da pressioni politiche e che i giudici sono disposti a far piaceri a destra o a sinistra.
E mentre il paese si sta avvicinando a grandi passi all’Unione europea è evidente una discrepanza tra il premier Zoran Milanovic e il capo dello Stato Ivo Josipovic sui temi delle minoranze anche se entrambi sono socialdemocratici. Milanovic ha finora mantenuto un atteggiamento alquanto freddo mentre Josipovic, come rimarca Radin, «ci ha fatto felici intervenendo due anni fa all’inaugurazione della nuova sede della Comunità degli italiani di Cittanova e incontrando il 3 settembre scorso a Pola il capo dello stato italiano Giorgio Napolitano con il quale ha poi assistito al ben noto concerto in Arena».
(fonte “Il Piccolo” 21 agosto 2012)
Il deputato italiano al Sabor di Zagabria, Furio Radin (foto www.dalje.com)