Il Comune di Flavon (Val di Non – Trentino), paese natale di don Felice Odorizzi , ha organizzato un viaggio sabato e domenica, 16-17 maggio, per conoscere i luoghi in cui ha vissuto il sacerdote loro conterraneo celebrare una S.Messa a ricordo della preziosa opera di aiuto morale che il sacerdote noneso ha dato agli abitanti di Pola nel momento dell'esodo.
Un'esperienza indimenticabile. Lungo strada mi era stato chiesto di raccontare quanto era avvenuto nelle terre che via via percorrevamo, anche per meglio inquadrare il momento storico che si andava a rivivere. Con me c'era Mariangela Fabbris Tarticchioe, con l'assessore alla Cultura del Comune di Flavon 36 persone.
Ho scoperto una viabilità scorrevole e veloce, rispetto agli anni scorsi, sicchè, trovandoci parecchio in anticipo sulla tabella di marcia, abbiamo fatto tappa a Capodistria, quindi a Pirano, ove era previsto il pranzo libero, ed in seguito a Rovigno, altra piacevolissima sorpresa non in programma. Quindi pernottamento a Medolino. La mattina del 17, domenica, ore 9.15 S.Messa in italiano in Duomo a Pola.
Officianti mons. Bulesic, anziano Vescovo della contea istriana, don Staver ed altri due sacerdoti.
Ha accompagnato la S.Messa il canto del coro "Lino Mariani" di Pola. La "predica" che predica non era, l'ha tenuta il vescovo mons Bulesic. Una lunga memoria a ricordo di don Felice l'ha letta la nipote del Vescovo, prof.Silvana Micovilli Wruss. Il Duomo era pieno di gente, in assoluto silenzio.
La sottoscritta ha salutato i presenti, poche parole per esprimere la profonda commozione che il luogo ed il momento mi rammentavano: agli anni della guerra, della comunione, della cresima, i funerali dei polesani vittime dello scoppio di Vergarolla, ma erano ricordi miei che non ho volto proporre all'uditorio.
Mancavano i rappresentanti ufficiali della Comunità Italiana, il signor Radin non ha ritenuto opportuno neanche farci aprire la sede della Comunità, siamo andati a fare un brindisi e gustare gli ottimi grostoli offertici del Coro di Pola in un ristorante vicino al Duomo, per cui non ho portato i saluti della nostra Associazione Nazionale a chi volutamente non si era fatto vivo.
L'atmosfera in Chiesa risentiva della commozione di tutti, guardavo i rimasti che avevo di fronte e però non riconoscevo alcuno, non poteva essere altrimenti. Alcuni si sono avvicinati a me, mi ha fatto uno stranissimo effetto: mi sfioravano la mani e con un "La prego, la torni ancora" ci siamo lasciati.
Le gente della Val di Non era coinvolta quanto me e Mariangela. Erano anche sbalorditi per l'importanza che il cerimoniale religioso aveva dato al loro don Felice Odorizzi.
E' stata un'esperienza che ha risvegliato sentimenti e ricordi impossibili da descrivere.
Raccontare il resto della giornata vanifica l'atmosfera vissuta al mattino. Dirò che, con la famosa YPSILON, siamo arrivati velocemente a Fiume, breve visita al Duomo di S.Vito e quindi ritorno a casa.
Un ringraziamento grandissimo alla bravissima Loretta Godigna, al Coro di Pola, a mons Staver: hanno regalato un momento magico a tutti i presenti in Duomo.
Che dire, o meglio non dire, dei nostri rappresentanti ufficiali della Comunità Italiana ?
Forse sarebbe opportuno fare una riflessione sull'opportunità di ungere troppo le loro ruote e pochissimo le nostre.
Anna Maria Marcozzi Keller, Presidente del Comitato Provinciale di Trento