«Le Regioni e le imprese del Nordest possono ancora restare agganciate alle aree sviluppate della macroregione danubiana come l’Austria e la Baviera, ma occorre che si mobilitino subito per fare pressione sul Governo italiano». L’appello, rivolto ai governatori delle Regioni Emilia Romagna, Vasco Errani, Veneto, Luca Zaia, e Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e ai presidenti delle Province autonome di Trento, Lorenzo Dellai, e Bolzano, Alois Durwalder, lo lancia l’europarlamentare del Pd e componente della Commissione trasporti Debora Serracchiani, che in una lettera chiede al ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca di attivarsi affinché l’Italia non sia completamente esclusa dalle azioni previste per la macroregione danubiana.
«Investire sulla prosecuzione e sul potenziamento del fitto sistema di rapporti e traffici commerciali con l’Europa centrale e sud-orientale – scrive Serracchiani – è di vitale importanza per il futuro di questi territori e per il sistema Italia. La regione danubiana, infatti, è una delle grandi aree generatrici dei flussi commerciali europei, ed è sbocco naturale dei traffici per il Nordest». Ricordando che la Commissione europea sta raccogliendo i progetti degli Stati membri in vista della mappatura delle aree territoriali di intervento dei programmi operativi della cooperazione territoriale europea 2014-2020, Serracchiani evidenzia che «la scelta dell’Italia di puntare esclusivamente sulla strategia macroregionale Adriatico-ionica rischia di depotenziare in maniera irreversibile i rapporti tra alcune delle Regioni italiane storicamente più produttive e i motori della crescita europea: Germania, Austria e Paesi dell’Europa centrale, fino alla Russia».
Secondo Serracchiani «troppo tempo è già stato perso finora, ed è giunto il momento che le Regioni e le Province autonome del Nordest facciano sentire la propria voce e chiedano congiuntamente al Governo di mettere in atto tutte le azioni più opportune presso la Commissione europea per agganciare il Nordest alle strategie di sviluppo dell’area danubiana, a cominciare dalla partecipazione al nuovo programma transnazionale per il Sud Est Europa danubiano».
(fonte “Il Piccolo” 14 novembre 2012)