Il 21 febbraio è' andato in scena, in anteprima nazionale presso la galleria d'arte e cultura Te Fenua (Ostia Antica – Roma), "Koroibos – l'atleta di Lussino" una tragedia scritta da Gennaro Francione, ambientata nell'antica Grecia ma che vuole allacciarsi alle attuali tristi vicende odierne.
Koroibos un giovane pescatore nato nell'italianissima isola di Lussino, ora Croazia, grazie alle sue capacità fisiche, e alle sue vittorie sportive a Olimpia è diventato un semi-divo. Il poeta Pittaco suo coach, lo ha iniziato ai misteri eleusini: quando l'acido lattico ti taglia le gambe, il fiato ti si spezza, e non ce la fai più ad andare avanti nella competizione la soluzione secondo Pittaco è una sola… ricorrere a dei rimedi, a delle fonti di energia alternative come l'Ergot, droga storica ricavata dalla claviceps purpurea (Fungo parassita dei cereali) in particolare della segale. A
lla fine del 1800 sulla claviceps, da uno scienziato fu scoperto e isolato l'acido lisergico, dalla cui sintesi nasce l'LSD, nominata da Francione nel testo dell'opera, perché quest'opera vuole essere un monito per i giovani d'oggi a non cadere nel baratro della droga, dimostrando loro come già tremila anni fa le lusinghe misteriose delle sirene, i sogni di gloria raggiunti con disonestà portavano alla rovina.
Al personaggio di Pittaco si contrappone quello di Callipatera, la madre di Koroibos, vedova coraggiosa, che ha cresciuto da sola questo figlio, e che tenta di tutto per strapparlo al vortice in cui è caduto. Una tragedia di altri tempi, ma che potrebbe essere benissimo ambientata ai nostri; quante madri coraggio ci sono nei bassi napoletani che hanno denunciato i propri figli pur di salvarli, senza contare gli atleti che sono morti nella lotta contro il doping nello sport…
(il celebre "bronzo di Lussino", la statua ritrovata nelle acque di Lussino nel 1999 e raffigurante un atleta che si deterge dopo il gesto sportivo)
