fonte ANSA del 22 giugno 2010
Tra apprezzamenti a destra e qualche perplessità a sinistra, cui s'aggiunge la soddisfazione degli esuli per essere entrati finalmente a far parte della storia, la questione delle foibe e, più in generale, la complessa vicenda del confine orientale nel periodo tra il 1943 e il 1954 ha fatto oggi, per la prima volta, la sua comparsa nei temi della Maturità. Il ministro per la Gioventù, Giorgia Meloni, non ha esitato ad affermare che, fosse toccato a lei, avrebbe senz'altro scelto, tra i temi proposti oggi ai maturandi, quello sulle foibe, mentre il sottosegretario all'Ambiente e primo firmatario della legge che istituì il Giorno del Ricordo, Roberto Menia, ha parlato di "una bella vittoria sulla strada della giustizia, della verità e della riconciliazione". "La piccola politica è quella di ogni giorno – ha aggiunto Menia, triestino e figlio di esuli istriani – che dà delle soddisfazioni piccole e brevi. La pagina di oggi, invece, è da ascrivere alla grande politica. Che dà grandissime soddisfazioni. Il fatto che tutti i ragazzi italiani abbiamo riflettuto oggi su questo tema – ha detto ancora Menia – ci riempie di soddisfazione. E corona un percorso, dopo decenni di silenzi, che onora la memoria di migliaia di famiglie che hanno subito sulla propria pelle i drammi del confine orientale d'Italia".
Applausi per la scelta del Ministero sono venuti anche dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dal deputato dell'Udc Angelo Compagnon e dal deputato triestino del Carroccio, Massimiliano Fedriga.
A sinistra, si smorzano i toni trionfalistici, per quanto un altro triestino, il deputato del Pd Ettore Rosato, riconosca come un "bene il fatto che i nostri figli possano leggere tutte le pagine della storia italiana". Secondo Rosato, la traccia sulle foibe è "di impegnativo valore simbolico, ma sicuramente anche una prova difficile per gli studenti che hanno deciso di cimentarvisi".
Dello stesso parere la senatrice del Pd Mariapia Garavaglia: "Temi che riguardano la nostra storia – osserva – sono salutati come svolte epocali, quasi che la maturità rappresentasse non un momento importante per la scuola ma per la politica. In realtà, bisognerebbe guardare alla loro fattibilità".
E a Trieste, cioé nella città che ha vissuto il dramma delle foibe e del successivo esodo degli istriani, fiumani e dalmati, quali sono state le reazioni? "Soddisfattissimo" si é detto il sindaco, Roberto Dipiazza. Per la presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat, è "un riconoscimento positivo".
E sulla stessa falsariga si è espresso il mondo degli esuli. "Finalmente è una vicenda che fa parte della storia italiana", ha precisato il presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth, al quale ha fatto eco il presidente della Federesuli, Renzo Codarin: "Questo è uno degli incredibili risultati del 10 febbraio, Giorno del Ricordo – ha spiegato – che è riuscito a sensibilizzare l'opinione pubblica italiana e il Governo tanto da essere entrato nella pelle della nazione".