L’imposta sul patrimonio entrerà in vigore in Croazia il primo gennaio 2013, ma la sua non sarà un’applicazione integrale ma in più fasi. È quanto annunciato dal premier socialdemocratico Zoran Milanovic che nel giustificare la necessità di avere una patrimoniale da applicare “a scaglioni” ha citato il problema dei libri catastali, il cui riordino è assolutamente necessario. Si crede che circa il 50 per cento degli immobili presenti nel Paese non abbiano avuto una corretta registrazione e non sono pochi i casi che vedono questi beni non presenti affatto in alcun documento.
In Croazia i proprietari di immobili sono assai preoccupati per gli importi che dovranno versare, pagamenti che riguarderanno anche i cittadini stranieri. Il Paese ha un milione e 923 mila unità abitative, per una superficie media di 70 metri quadrati. L’83 per cento di questi immobili servono ai titolari per abitarci, mentre il 10% viene dato in affitto. Il restante 7% viene suddiviso con altri familiari o amici. Ci sono poi 183 mila villini, appartamenti e alloggi che vengono utilizzati durante le vacanze o nei fine settimana. Hanno complessivamente una superficie di 10 milioni e 400 mila metri quadrati. In Croazia il 90 per cento dei suoi abitanti (popolazione di 4,5 milioni di persone) possiede un qualche immobile e dunque la patrimoniale – fortemente voluta dal ministro delle Finanze ed ex sindaco di Fiume, Slavko Linic – viene vista come uno spauracchio, che andrà a fiaccare la classe media e quella meno abbiente, risparmiando naturalmente quella fascia di popolazione, diciamo il 5%, che vive bene e non soffre per gli effetti della crisi.
Chiamati a commentare il nuovo balzello, economisti e politologi sono stati concordi nel criticarlo. Ne è convinto l’economista Zeljko Lovrincevic: «Questo tributo graverà soltanto sugli immobili. I croati sono alquanto ricchi in fatto di patrimonio immobiliare, mentre invece di denaro non ne hanno abbastanza. Dato che oggigiorno arrivano difficilmente a fine mese, mi chiedo in che modo riusciranno a pagare l’imposta». Il suo collega Guste Santini è d’ accordo e aggiunge: «La regola elementare è che il contribuente abbia una capacità fiscale per affrontare nuovi versamenti. Non è il caso per la patrimoniale».
A detta del politologo Viseslav Raos, potrebbe darsi che la riforma, dopo le battute iniziali, «incontrerà critiche e resistenze, qualcosa si incepperà e il governo sarà costretto ad apportare sostanziali modifiche». Chi mastica di politica vede nella patrimoniale un grosso pericolo per la coalizione di centrosinistra al potere, guidata dal Partito socialdemocratico. Nel 2013 sono in calendario le elezioni amministrative e quelle per il Parlamento europeo: l’imposta sul patrimonio potrebbe infliggere un grave colpo al centrosinistra, facendo tornare al potere l’Hdz (Comunità democratica croata). Proprio ieri il ministro Linic è stato criticato da uno degli esponenti del centrodestra, Hrvoje Tomasovic, il quale ha illustrato un esempio: “Se un uomo ha ereditato due alloggi, ciascuno di 50 metri quadrati, dovrà annualmente pagare allo Stato circa 33mila kune (4407 euro). Avendo uno stipendio mensile di 7mila kune (935 euro), potrà guadagnare in un anno 84mila kune (11.219 euro).
Andrea Marsanich
“Il Piccolo” 23 agosto 2012
In arrivo anche in Istria l’imposta sulle abitazioni. Nell’immagine, Cittanova (foto www.holidaycheck.it)