Oggi è il 24 maggio.
Cento ed un anno fa l’Esercito italiano, “inferiore per numero e per mezzi” iniziava una guerra che sarebbe stata “ininterrotta ed asprissima” e, contrariamente alle previsioni di una rapida vittoria, sarebbe durata ben 41 mesi.
La ricorrenza centenaria dell’anno scorso ha suscitato una grande riflessione storica, culturale, nazionale, civile e popolare. Auspico che, oltre allo studio e al ricordo del contesto europeo, delle motivazioni politiche, economiche e militari, della tragedia, delle distruzioni, della disumanità, delle morti, dell’insipienza di alcuni e del coraggio di altri, non manchi nella coscienza degli italiani e della nazione il ricordo commosso della volontà appassionata ed ideale di terminare la vicenda storica del Risorgimento e di compiere l’Unità nazionale con il ricongiungimento alla patria della Venezia Tridentina, della Venezia Giulia e della Dalmazia.
Ideali di patria e di unione nazionale che spinsero la gioventù italiana a partecipare con orgoglio e dedizione, “senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria”. Tra la gioventù italiana anche i volontari irredenti: ricordo mio nonno Bruno, nato a Buie d’Istria, volontario nell’esercito italiano, e mia nonna Maria, nata a Rovigno d’Istria, internata in un campo di concentramento austriaco; come per tutti i loro fratelli, l’unico ideale era il rivendicare in perpetuità alla Patria quelle terre italiane.
Viva le Forze Armate italiane!
Viva l’Italia!
Viva l’Europa!
Bruno Crevato-Selvaggi