Papa Benedetto XVI e i Balcani: un rapporto difficile. Bocciata l’ipotesi della storica visita in Serbia le polemiche sembrano proprio non placarsi. A farsi vivo, questa volta, è il metropolita ortodosso di Lubiana e Zagabria, Jovan Pavlovic, che in un’intervista al quotidiano di Novi Sad, “Dnevnik” ha sostenuto che il Pontefice prima ancora di pensare di recarsi in Serbia dovrebbe andare a Jasenovac, il campo di concentramento dello Stato fantoccio croato guidato da Ante Pavelic durante la Seconda guerra mondiale in cui furono rinchiusi migliai di ebrei, serbi, rom e oppositori del regime fascista.
«Come ha fatto nel campo di sterminio di Auschwitz in Polonia, Benedetto XVI dovrebbe inchinarsi e pregare per le vittime di Jasenovac, cosa peraltro che ha già fatto l’arcivescovo di Zagabria, cardinale Josip Bozanic». Un passo non certo facile per la Chiesa di Roma dopo la beatificazione del defunto arcivescovo di Zagabria Alojzije Stepinac per mano di Giovanni Paolo II nel 1998. La sua, lo ricordiamo, è una figura controversa. Da una parte è accusato di collusione con il regime ustascia di Ante Pavelic, dall’altra viene considerato un martire perseguitato dal regime comunista jugoslavo. Lui sapeva quanto stava accadendo a Jasenovac ma la Chiesa croata non ha mai opposto una decisa condanna alla politica repressiva del “poglavnik”, Pavelic.
Il metropolita Pavlovic però ha sottolineato come “in Croazia al giorno d’oggi molto è cambiato rispetto agli sfortunati anni della guerra” (1991-1995). «Il presidente Ivo Jospipovic – ha precisato – è un uomo colto e nelle sue dichiarazioni è un uomo molto accomodante, che parla di tolleranza e rispetto». Chiara l’allusione del metropolita al discorso tenuto dal capo dello Stato croato a Knin nell’occasione della recente celebrazione della vittoriosa Operazione tempesta con cui le truppe di Zagabria sconfissero quelle federali jugoslave (leggi serbe) di Belgrado. In quell’occasione Josipovic chiese pietà e rispetto anche per le vittime serbe dell’operazione. Decisamente un discorso storico soprattutto se paragonato a quelli del defunto presidente Franjo Tudjman che aveva sempre fatto di Knin la città martire della croaticità.
Pavlovic ha avuto parole di elogio anche per il premier Zoran Milanovic uomo «che parla e lavora per creare condizioni significativamente nuove nell’intera regione ex jugoslava ben diverse da quelle che abbiamo vissuto negli anni Novanta». Le parole del metropolita di Zagabria e Lubiana sono sicuramente un segnale forte che la Chiesa serbo-ortodossa lancia al Vaticano. La storica, questa sì, benedizione del Papa a tutte le vittime del campo di sterminio di Jasenovac potrebbe rappresentare a questo punto un vero e proprio lasciapassare per il viaggio di Benedetto XVI a Belgrado.
Mauro Manzin
“Il Piccolo” 24 agosto 2012
Jasenovac, il Memoriale sul luogo ove sorgeva il campo di concentramento ustasha
(foto www.jusp-jasenovac.hr)