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24ott12 – A Zagabria scoperte fosse di giustiziati dalle truppe titine

L’Ufficio per i crimini comunisti della Croazia ha iniziato ieri a scavare a Gračani, un rione della capitale Zagabria per portare alla luce 60 cadaveri (40 uomini e 20 donne) giustiziati dalle truppe titine nel maggio 1945 dopo la conquista della città e la disfatta del regime ustascia del “poglavnik” Ante Pavelic. Le vittime furono sommariamente definite «nemici del popolo» e uccisi senza alcun regolare processo.

 

Alla fossa comune si è giunti grazie alla documentazione in possesso di Miroslav Haramija che all’epoca dei fatti prestava servizio come ispettore sanitario. Essa si trova in un vecchissimo frutteto il cui proprietario di 67 anni non ha mai curato anzi non lo ha neppure mai toccato, indice che molti sapevano ma tutti tacevano. Le esecuzioni a Gračani ebbero luogo il 10 e 11 maggio del 1945, come spiega il “Vecernji List” di Zagabria. I condannati provenivano dalla prigione di Zagabria, erano uomini e donne rigorosamente divisi tra loro, alcuni procedevano a gruppi altri erano legati con dei cavi. La fucilazione venne portata a termine dagli uomini dell’Armata jugoslava all’epoca di stanza a Gračani. I condannati furono liquidati all’ingresso del Parco naturale della Medvednica. I cadaveri furono successivamente trasportati in fosse comuni scavate dai locali.

 

Haramija registrò tutto quanto era successo compresi i luoghi di sepoltura, in tutto 20, e il numero delle vittime sepolte: complessivamente 783. Al loro ingresso a Zagabria i partigiani di Tito si trovarono di fronte a una popolazione che toccava il milione di unità di cui 250mila profughi provenienti dalla Bosnia-Erzegovina. Dal comando titino l’ordine impartito fu chiarissimo: fare pulizia nei primissimi giorni dell’occupazione. Emblematico il dispaccio inviato ai vertici partigiani di Zagabria dal comando supremo dei titini a firma di Aleksandar Rankovic. «Siamo sorpresi – si legge nel dispaccio militare – di questa riluttanza nel pulire la città di Zagabria dai nemici. Avevamo ordinato di ripulire la città nei primi giorni di occupazione e di fare tutto sistematicamente e presto, visto che a Zagabria si sono rifugiati tutti i funzionari dell’apparato ustascia nella sua ritirata di fronte le nostre truppe. Eppure a 10 giorni dalla liberazione di Zagabria avete ucciso solo 200 persone».

 

(m. man. / “Il Piccolo” 23 ottobre 2012)

 

 

 

Gračani, nei pressi di Zagabria: le operazioni di recupero dei resti (foto www.vecernji.hr)

 

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