La coscienza di Zeno di Italo Svevo è il tema letterario della maturità 2009. Dunque l’autore triestino, esponente per eccellenza della narrativa giuliana che ha introdotto nella civiltà letteraria italiana del Novecento accenti e inquietudini peculiari e inconfondibili, torna di attualità ed offre agli studenti il modo di riflettere su una sensibilità e una visione dell’esistenza di straordinaria modernità e complessità introspettiva. Svevo, e con lui tutti gli altri grandi autori giuliani e dalmati del secolo appena trascorso, per primo ha posto al centro della sua pagina l’uomo contemporaneo con le sue tensioni e le sue profonde zone d’ombra, diviso se non lacerato tra il richiamo alla libera espressione dei suoi aneliti e dei suoi desideri profondi e il richiamo sociale all’ordine e alla tradizione.
Dopo Svevo molti altri scrittori italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia hanno apportato un contributo determinante e preciso alla cultura nazionale. Da Giani e Carlo Stuparich a Fulvio Tomizza, da Enzo Bettiza ad Anna Maria Mori, da Umberto Saba a Marisa Madieri, da Scipio Slataper ad Enrico Morovich e Franco Vegliani, tutti hanno declinato, ciascuno con accenti personalissimi, le inquietudini dell’anima di confine e i contrasti della storia, così acuti su una frontiera tanto peculiare.
La letteratura giuliana, come hanno rilevato i migliori critici, può ben vantare di aver introdotto nel panorama italiano temi e situazioni di respiro europeo, grazie ad una concezione della letteratura come strumento di analisi delle incrinature e delle aspirazioni dell’individuo moderno, ancora alla ricerca di un equilibrio interiore in uno spazio soggetto a radicali e rapidi mutamenti.