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26 feb – Svarione ministeriale e Fiume torna all’Italia

di Furio Baldassi su Il Piccolo del 26 febbraio 2010

Siamo tornati? Qualcuno avrà avuto un colpo al cuore visitando il sito ”Scuola mia” del ministero dell’Istruzione. Che, tanto per movimentare un po’ la giornata, ha ben pensato di inserire come appartenenti alle province di Trieste e Gorizia comuni sloveni e croati, ripristinando una situazione pre 1943 o comunque risalente al trattato di Rapallo. Innescando una situazione farsesca ma che è quasi degenerata a livello di incidente diplomatico.

Qualche esempio? Nella provincia di Trieste si potevano trovare i comuni di Postumia Grotte, Duttogliano, San Pietro del Carso, persino Fiume. Nella provincia di Gorizia si scoprivano invece i comuni di San Martino Quisca, Caporetto, Idria. Tutti nomi italiani prebellici che non si capisce come siano finiti nel portale del ministero.

Il primo ad accorgersene è stato il consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia del Pd-SSk Igor Gabrovec, che ha appreso dell’”incidente” dalla stampa slovena e ne ha fatto oggetto di un’interrogazione alla giunta regionale per avere chiarimenti su una situazione «che ridicolizza la Regione e rischia di incrinare i buoni rapporti transfrontalieri». Come aggiunta Gabrovec spiega anche che «i nomi delle località risultano tuttora in forma totalmente artificiosa adottata durante il ventennio fascista». Quello che era successo all’epoca, per capirsi, quando località come Opatija Sela erano diventate come per incanto Opacchiasella, con la traduzione simultanea di qualche burocrate meridionale che avrebbe fatto la gioia di Totò…

Chi non l’ha presa affatto bene è il governo sloveno. Il ministro degli Esteri, anzi, ha persino convocato l’ambasciatore italiano in Slovenia Alessandro Pietromarchi e gli ha inoltrato una dura protesta, facendo chiaro riferimento ai dati errati contenuti sul portale Scuola mia del ministero per l’Istruzione italiano. La conferma è arrivata dallo stesso ministro Samuel Sbogar che ha anche richiesto che l’incidente venga quanto prima risolto. Andando per vie diplomatiche Sbogar ha aggiunto che di questo si occuperà anche il suo omologo al ministero degli Esteri italiano, e cioè Franco Frattini. La protesta di Gabrovec, inoltre, ha avuto eco in Slovenia anche nelle parole dell’ultranazionalista Zmago Jelincic.

Come risultato immediato pare che il sito del ministero sia stato immediatamente depurato delle località incriminate. Già ieri sera digitando ”Scuola mia” la lista delle località comprese nelle province di Trieste e Gorizia era tornata quella tradizionale. Rimane il dubbio su quell’inserimento, e qui tutte le ipotesi sono valide. Che qualche impiegato zelante, nel passaggio tra dati cartacei e digitali, abbia inserito per sbaglio un’Italia decisamente poco aggiornata? O magari è successo che nel pc siano stati recepiti dati solitamente riservati alla realizzazione dei documenti?

Chi ricorda l’annosa polemica sulle carte d’identità e i passaporti che (il sistema, si sa, è poco duttile) riportavano sotto il nome dei paesi di nascita (Rovigno, Umago, Capodistria, per citarne alcuni) la loro nuova situazione geografica (e dunque Jugoslavia prima e Slovenia e Croazia poi) sa quanto intensa sia stata la pressione, soprattutto dei gruppi di esuli istriani, fiumani e dalmati, per ristabilire la verità storica che li riguardava. Non ci voleva molto, solo una piccola modifica del computer, ma ciononostante la vicenda è andata avanti per anni e si è risolta solo in tempi recenti.

Ai margini della vicenda si può comunque osservare come anche la burocrazia italiana abbia fatto passi da gigante in questi ultimi anni. Ce ne sono voluti almeno dieci, infatti, per rimettere le cose a posto per qualche migliaio di carte d’identità e sono bastati invece una protesta e alcuni ritocchino al sistema per far sparire una schermata imbarazzante e, come osserva Gabrovec, assolutamente inopportuna in epoca post trattato di Schengen…

 

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