Trieste. Creare una nuova sede a Buie d’Istria. E rafforzare l’impegno di collaborazione tra i rappresentanti della cultura istroveneta ”da Cherso al Carso”.
Sono questi gli impegni prioritari che il Circolo Istria, appena entrato nel suo trentesimo anno di attività, si è posto per il 2011, assieme a tutta una serie di iniziative culturali e promozionali. Riuniti per la loro assemblea annuale, i soci del circolo hanno tirato le somme su un 2010 zeppo di iniziative e hanno evidenziato le priorità per l’anno in corso. «È un 2011 di fondamentale importanza – spiegano Livio Dorigo e Fabio Scropetta, rispettivamente presidente e vicepresidente del circolo – perché siamo giunti a quel trentesimo anno di attività per il quale, come previsto dal nostro statuto, dobbiamo capire cosa di buono è stato fatto e, soprattutto, se vi sono le ragioni per continuare a esistere». E «la risposta è sì – continua Dorigo – anche perché oltre ai nostri 120 soci vi sono tante persone della nostra provincia e della vicina Istria slovena e croata che riconoscono nel nostro organismo un punto di riferimento per la valorizzazione e la conservazione della cultura istroveneta in un clima di dialogo, tolleranza e approfondimento».
Nell’anno appena trascorso i volontari dell’Irci hanno dato alla luce diverse pubblicazioni, tra le quali “Pola Operaia” “La famiglia de Petris”, e la traduzione in croato di “Arsia: 28/2/1940”, dedicato al disastro minerario più grande d’Italia, avvenuto in terra istriana, ove perirono 185 minatori. Un evento terribile, superiore come numero a quello altrettanto tragico di Marcinelle. Il libro sul disastro dell’Arsia è stato presentato inoltre a Belluno e a Sospirolo. Sempre per il 2010 il circolo Istria ha organizzato una serie di seminari dedicati alla cultura della tavola e al valore del cibo, contattando diversi illustri relatori in materia.
«Per il prossimo anno – riprende Dorigo – il nostro impegno è di continuare a promuovere la cultura istroveneta ovunque, anche alla luce della prossima entrata della Croazia nell’Ue. Siamo preoccupati perché questo importante avvenimento potrebbe preludere a innescare la pratica del turismo selvaggio nell’Istria croata, a scapito del territorio e della cultura locale».
Per contribuire a prevenire situazioni fortemente impattanti per il territorio, il Circolo Istria, in sintonia con le realtà locali, intende valorizzare il recente rinascimento dell’agricoltura oltre confine creando una nuova sede in quel di Buie. «Un modo – dicono presidente e vice – per valorizzare le risorse umane di quel comprensorio, e per continuare nel lavoro di studio per il recupero delle risorse genetiche autoctone istriane, ovvero del bovino, del suino, degli ovini e dell’ape di queste terre, un patrimonio da mantenere e trasmettere alle generazioni future».
In cantiere c’è poi tutta una serie di nuove pubblicazioni, a iniziare da alcune monografie dedicata alla località di Piemonte d’Istria e ai castellieri dell’agro polese. In fase di stampa sono poi gli atti di tutto il lavoro svolto dal circolo negli ultimi quindici anni. «Continuerà pure la nostra organizzazione di gite in Istria e dintorni – puntualizza Fabio Scropetta – per rafforzare soprattutto con i giovani lo scambio e il dialogo sulla cultura di questo territorio».
Maurizio Lozei su Il Piccolo del 26 gennaio 2011