Doveva essere il culto per la sofferenza delle vittime, quello del "pellegrinaggio" organizzato dall'Unione degli Istriani a Gargaro e Tarnova, ma in mancanza dei contestatori di turno si è trasformato in un comizio di fronte ai luoghi ove ancor oggi giacciono i corpi di chissà quante vittime della cieca violenza del secondo dopoguerra.
Il presidente dell'UdI Lacota con una cinquantina di fedelissimi (sugli ottomila che dichiara avere nella sola Trieste), invece di confidare in una cristiana riflessione sul dolore per la vicenda che ha colpito uomini, donne e bambini, ha preferito lanciare giudizi e ammonimenti parlando di una possibile "pacificazione compiuta, quella vera, del cui termine però si abusa spudoratamente a tutti i livelli", affermando che "non è affatto necessario giungere ad una memoria condivisa" e concludendo biblicamente il suo intervento con un "Guai a chi tenta di nascondere la verità per poter continuare a violare la giustizia, e guai a chi tenta di creare una riconciliazione strozzando la dignità dell’uomo e dei popoli".
E' davvero imbarazzante un atteggiamento così maldestro in una sede impropria ad ospitare gli aspetti politici della vicenda. L'evidente mancanza di religioso rispetto per le vittime di quei luoghi può trovare come unica giustificazione quella di aver voluto creare a tutti i costi un "evento".
Come abbiamo già avuto occasione di dire, gli infoibati in questo caso erano solo un dettaglio.