Forse voleva essere solo una chiacchierata estiva con una rivista di provincia. Si è trasformata in un “casus belli” internazionale. Protagonista della storia Stjepan Razum, storico cattolico, sacerdote, responsabile degli Archivi arcivescovili di Zagabria all’Archivio di Stato croato. Razum ha sollevato un polverone con un’intervista rilasciata allo “Hrvatski List” di Zara. Fra i temi trattati, il lager di Jasenovac. Una piccola “Auschwitz balcanica” dove morirono, si legge sul sito del memoriale, «tra le 80mila e le 100mila persone», tra cui 46.771 serbi, 16.131 rom, 13.019 ebrei, 4.210 croati, 1.117 musulmani. E via così, fino a raggiungere la terribile cifra di 82.129.
Tutte menzogne o quasi, per lo storico Razum. Sì, forse il numero di 80mila morti «sembra più ragionevole» rispetto a stime che parlano di 700mila vittime – inventate «da decenni di propaganda dell’ideologia della Grande Serbia» -, ma sono sempre numeri esagerati, «nient’altro che un puro tentare d’indovinare». Cifre «che non hanno basi reali» perché mancano prove concrete sulle vere dimensioni dei massacri, ha rincarato. «Bisogna dire apertamente che il mito su Jasenovac è stato creato e perpetuato dagli storici serbi a vantaggio della Grande Serbia, per screditare i croati» è l’accusa dello storico. Tutta propaganda, in pratica, prima comunista e poi serba.
Da qui il «sacro dovere per gli storici croati» di sfatare il «mito “grande serbo”» del genocidio. Magari al grido di “pronti per la patria”. «Za dom, spremni», saluto usato anche dagli ustascia che, secondo Razum, «è uno dei più belli», «patriottico e cristiano». Parole che hanno suscitato, dopo essere state riprese dai maggiori media nazionali, un coro quasi unanime d’indignazione tra i lettori in Croazia. Stessa reazione in Serbia, che ha protestato attraverso la sua ambasciata a Zagabria, chiedendo alle autorità croate di prendere posizione sulle dichiarazioni dello storico. Ieri anche Efraim Zuroff, direttore del Simon Wiesenthal Center a Gerusalemme, contattato dall’agenzia “Srna”, ha condannato le uscite «oltraggiose» di Razum, chiedendone le dimissioni.
Stefano Giantin
“Il Piccolo” 26 agosto 2012