Si parlerà del confine con la ex Jugoslavia, dei rapporti tra la città di Gorizia ed i Nova Gorica, del “muro” che tanto a lungo ha separato le due città. Si svolge a Trieste da domani a sabato, infatti, la terza edizione di “Borderscapes. Paesaggi di confine”, la conferenza internazionale sui confini parte di un percorso quadriennale iniziato nel 2004. L’argomento sul quale sono chiamati a confrontarsi a Trieste studiosi provenienti da tutto il mondo, è il passaggio dal momento in cui i confini internazionali hanno segnato la mappa politica del mondo, lasciando spesso profonde cicatrici, alle odierne nuove forme di frontiera che stanno emergendo, in particolare attorno agli spazi ricchi del globo. I confini di per sé non sono soltanto separazioni, ma anche luoghi di opportunità, evidenziatori di identità culturali, autonome realtà economiche locali che vivono in ragione delle differenze presenti. Sono paesaggi politicamente e culturalmente pregni di significato, con problemi che vengono declinati in maniera distinta a seconda di dove si sviluppano. Il convegno discuterà i vari aspetti delle vicende relative ai paesaggi di confine in Europa e nel mondo, portando un momento di confronto con la realtà del confine italo sloveno, già parte terminale della “cortina di ferro”.
Ed ecco allora i vari aspetti di quello che è stato chiamato “il confine più aperto” d’Europa, una realtà politica e geografica ancora in larga parte da esplorare. Un confine “mobile” che iniziò a formarsi nel febbraio del 1947 con la firma, a Parigi, del Trattato di Pace tra l’Italia e le nazioni vincitrici della seconda guerra mondiale. Un atto che segnò le sorti del confine orientale italiano: cessione alla Jugoslavia di Zara, di Fiume e di gran parte dell’Istria, costituzione di uno stato cuscinetto, tra Italia e Jugoslavia, definito T.L.T. – Territorio Libero di Trieste, affidato alla tutela dell’Onu – e comprendente Trieste, il territorio ad essa immediatamente limitrofo ed una parte dell’Istria, corrispondente a circa un quarto della penisola.
Accanto al convegno è prevista una mostra di cartografia storica relativa al confine orientale italiano, con documenti originali raccolti in strutture pubbliche e private. L’iniziativa, promossa dal Dipartimento di Sudi Umanistici dell’Università di Trieste e dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Sudi di Milano Bicocca, si svolge sotto l’egida della International Geographic Union. Al convegno partecipano oltre cento relatori, provenienti dall’Italia, dall’Europa e dal resto del mondo, che si confronteranno nel corso di diciannove sessioni. I relatori principali sono John Agnew (Ucla, Usa), Luiza Bialasiewicz (University of Amsterdam, Olanda), Franco Farinelli (Università di Bologna), Vladimir Kolossov (Russian Academy of Sciences, Russia), Virginie Mamadouh (University of Amsterdam, NL), Julian Minghi (University of South Carolina, Usa), John O’ Loughlin (University of Colorado, Usa), David Newman (Ben-Gurion University, Tel Aviv, Israele), Michael Shapiro (University of Hawaii, USA). La direzione scientifica e organizzativa è di Elena dell’Agnese (Università Milano Bicocca) e Sergio Zilli (Università di Trieste).
La conferenza si svolgerà alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell’ Università di Trieste, in via Filzi 14.
(fonte “Il Piccolo” 27 giugno 2012)
G. Mercator, Istria, Duisburg 1644 (foto www253.pair.com)