da Il Piccolo del 28 aprile 2009
«È troppo comodo e strumentale cercare la pagliuzza negli occhi del Centrodestra, degli ex An e del Pdl, piuttosto che riconoscere la trave che acceca certe frange della sinistra italiana e triestina nello specifico». Lo scrive il vicesindaco di Trieste Paris Lippi (An) sulla celebrazione del 25 Aprile. «C'è stata una vera caccia per sapere come mai non ero in Risiera, domanda certo lecita ma un po' faziosa cui ho risposto dicendo che mi sentivo» già «ben rappresentato dal sindaco Dipiazza», osserva Lippi. Che evidenzia come «ai rappresentanti dell'ex An venga sempre chiesta una prova aggiuntiva di democrazia e senso istituzionale, dimenticando che noi queste prove le abbiamo già date e continuiamo a darle quotidianamente, impegnati in un vero cammino di riappacificazione, di proficua attività amministrativa a favore della città, con un forte rispetto di quei valori e ideali» che sono della «storia e tradizione d'Italia».
Intanto, aggiunge Lippi, «si finge di non accorgersi di quando sindaci di Comuni minori intervengono senza fascia al Giorno del Ricordo alla Foiba di Basovizza. E che dire di quell'esponente del coro Pinko Tomazic in Risiera con la bandiera italiana segnata da una stella rossa? Si tratta dello stesso soggetto che qualche anno fa tappezzò la città di manifesti con le foto degli occupatori titini». Ricorda ancora Lippi «la presenza, in Risiera, della bandiera palestinese. A che titolo era lì se non» come «provocazione verso Israele? Peccato che i giovani ebrei, nel rispetto del sabato, non fossero presenti: avrebbero certo posto rimedio anche a questa inopportuna provocazione». E sempre sul 25 aprile a San Sabba, «non è un caso o una dimenticanza che si continui a non eseguire l'inno nazionale, preferendo solo "Bella ciao"». Lippi osserva che «nessuno dice nulla sull'inopportunità di dedicare targhe e vie a Tito: non mi sembra giusto cercare di individuare presunte colpe o mancanze solo» nell’ex An, «dimenticando come proprio noi siamo riusciti a crescere in termini di maturità, responsabilità e senso istituzionale, restando profondamente ancorati a valori e ideali democratici, prova ne sia che non abbiamo preso parte, sempre il 25 aprile, al raduno alla Foiba» dove si sono radunati quasi trecento neofascisti.
Infine, da Lippi un «apprezzamento per la presa di posizione del professor Stelio Spadaro, un intervento serio, documentato e volto a superare le celebrazioni nostalgiche delle dittature e dei dittatori che hanno reso terribile il Novecento». «Penso che la stessa serietà dovrebbe essere adottata da quei rappresentanti di una sinistra estrema che, con il loro fare e provocare, non aiutano al rafforzamento del dialogo e della collaborazione, ma anzi cercano di rialzare steccati e nuovi muri. Ognuno – chiude Lippi – si faccia quindi un serio esame di coscienza e pensi alle sue frange e ai suoi estremismi. Quanto prima finiranno le piccole o grandi provocazioni, tanto prima potremo contare su una società sempre più civile, giusta e rispettosa dei valori e delle potenzialità di tutti».