Come già avvenuto altrove in Croazia, ad esempio a Fiume, nel sobborgo zaratino di Bocagnazzo (Bokanjac) è cominciata l’esumazione dei resti di militari tedeschi della Wehrmacht, spoglie che saranno successivamente sistemate nella grande tomba dei soldati tedeschi della Seconda guerra mondiale, situata a Zagabria. L’accordo su riesumazione e sepoltura nella capitale croata è stato raggiunto di recente tra il comune di Zara e l’ambasciata di Germania in Croazia, grazie all’interessamento manifestato dall’Unione per la cura delle tombe di guerra tedesche, la Volksbund Deutsche Kriegsgraberfursorge.
L’operazione ha avuto però un intoppo quando alcuni abitanti di Bocagnazzo, all’oscuro dell’intesa tra municipalità e ambasciata tedesca, hanno chiamato la polizia dopo avere visto due uomini che scavavano nel loro cimitero, proprio laddove sono sepolti i soldati germanici. Le forze dell’ordine sono intervenute subito, ordinando l’interruzione dei lavori ma poi si è visto che tutti i documenti sono in regola, cosicché l’opera riprenderà probabilmente nei prossimi giorni.
I due uomini sono stati ingaggiati da Goran Radic, 38 anni, che vive tra Zagabria e la Germania ed è il rappresentante nella capitale croata della citata organizzazione tedesca. Radic ha esibito ai poliziotti i permessi rilasciati dai ministeri croati degli Esteri e dell’Edilizia, nonché dalla Direzione nazionale per il diritto europeo, il diritto internazionale e gli affari consolari. «Sappiamo che decine di prigionieri di guerra tedeschi – ha dichiarato Radic – scavarono nel 1946 un canale tra Bocagnazzo e Zemoniko (Zemunik in croato) per la posa del nuovo acquedotto. Morirono tutti quell’anno e furono tumulati a Bocagnazzo e nella vicina zona denominata Fiume del Cimitero».
Radic non ha voluto affermarlo ma appare scontato che i prigionieri furono liquidati dai partigiani di Tito e quindi sepolti in due camposanti. Nel 1946 l’allora parroco di Bocagnazzo scoprì nomi e cognomi dei 132 militari tedeschi tumulati nei due cimiteri zaratini, con loro anno di nascita e luogo di residenza. Non si tratta dunque di soldati ignoti anche se mai nessun familiare si è fatto vivo dalla Germania.
Andrea Marsanich
(“Il Piccolo” 28 settembre 2012)
Un settore dell’area di Bocagnazzo nel quale prigionieri tedeschi lavorarono alla posa di un acquedotto (foto www.jutarnji.hr)