da La Voce del Popolo del 29 ottobre 2010
“Leggere” la situazione attuale della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia: era questo l’obiettivo di fondo del momento d’incontro e di dibattito svoltosi martedì a Perugia nell’ambito del progetto di educazione alla cittadinanza per docenti e studenti della scuola secondaria. Un’occasione per ampliare la riflessione alla realtà della nostra etnia fortemente voluta dagli organizzatori del progetto, intitolato “Istria, Fiume e Dalmazia laboratorio d’Europa”, ovvero dall’Istituto per la Storia dell’Umbria contemporanea (Isuc), dall’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria (Usr) e dalla Società di studi fiumani – Archivio Museo storico di Fiume.
PROSPETTIVE Apertosi con i saluti istituzionali delle autorità regionali e dei vertici dell’Isuc e dell’Usr, l’appuntamento di Perugia ha consentito di illustrare da una parte e di conoscere e approfondire dall’altra la minoranza italiana nella realtà statuale di Croazia e Slovenia, ma anche di avviare una riflessione sulle prospettive future. Un appuntamento particolarmente gradito dal presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, che ha espresso particolare apprezzamento per il fatto che, nell’ambito delle iniziative promosse nel contesto delle celebrazioni per il Giorno del ricordo, un’importantissima istituzione degli esuli proponga la presentazione della CNI, delle sue prospettive e delle sue criticità. Mi sembra, ha detto, sia un approccio molto corretto e molto condivisibile.
MEMORIA E TRADIZIONI Il presidente della Società di studi fiumani, Amleto Ballarini, ha illustrato la specificità della storia degli italiani originari dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia facendo particolare riferimento agli aspetti peculiari della realtà fiumana. Una realtà che ha saputo impostare un’attenta opera volta a tutelare e mantenere la memoria e le tradizioni anche in territorio italiano. Un risultato importante nel contesto della tutela dell’identità, al cui raggiungimento ha dato un contributo notevole la Società presieduta da Ballarini, il quale ha colto comunque l’occasione per riconoscere il ruolo svolto in quest’ambito dagli italiani rimasti a Fiume. E proprio guardando all’importanza delle sinergie Ballarini ha ricordato una ricerca sui caduti italiani realizzata dalla Società di studi fiumani in collaborazione con un istituto croato, un progetto che ha confermato come la collaborazione sia sempre possibile se poggia su basi scientifiche.
STORIA POCO NOTA Sempre guardando alle forme e all’importanza del dialogo e del lavoro congiunto, Dino Renato Nardelli della sezione didattica dell’Isuc ha citato alcuni studi realizzati da Marina Cattaruzza, dai quali emerge in modo chiaro il perché di un progetto incentrato sull’educazione alla cittadinanza di una parte della storia d’Italia che continua ad essere poco nota sia agli studenti e ai docenti sia all’opinione pubblica. Soffermandosi, quindi, su alcuni aspetti di queste pagine di storia dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, definite molto importanti per l’Italia, ha inquadrato le vicende dell’esodo e degli italiani rimasti in un contesto più ampio cercando di contestualizzare gli eventi nell’ambito delle espulsioni forzate avvenute in Europa del secondo dopoguerra.
PROBLEMATICHE DEI CONNAZIONALI È seguito un intervento del presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, che ha portato anche i saluti del presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin, che ha dovuto rinunciare a partecipare all’incontro a causa degli intervenuti impegni parlamentari connessi al dibattito e alla votazione della mozione di sfiducia al governo croato presentata dai partiti dell’opposizione. Tremul, avvalendosi di una presentazione power point, ha presentato in breve la CNI, soffermandosi in particolare sulle attività e sulle iniziative che vengono realizzate, ma anche sulle problematiche che i connazionali si trovano ad affrontare, quali ad esempio l’assimiliazione, l’attuazione dei diritti riconosciuti dalle leggi, le procedure previste per accedere ai finanziamenti riconosciuti dagli Stati… Un intervento contraddistinto da un’impostazione a forte valenza didattica, che è risultato molto gradito e apprezzato da quanti, non appartenendo alla realtà CNI o a quella degli esuli, hanno riconosciuto in questo uno strumento utilissimo per colmare le lacune in fatto di conoscenza della presenza degli italiani autoctoni in Slovenia e Croazia.
VETTORI DI DIALOGO È proprio per ovviare a questo tipo di “pagine bianche”, si è ricollegato Giovanni Stelli della Società di studi fiumani, che è importante il percorso avviato tre anni fa con il progetto incentrato sull’Istria, Fiume e la Dalmazia, e che tra febbraio e marzo vedrà, ancora una volta su iniziativa degli esuli, la presentazione di realtà istituzionali della CNI quali l’ente giornalistico-editoriale Edit di Fiume, il Centro di ricerche storiche di Rovigno e i Programmi Italiani della RTV Slovenia – Centro regionale Capodistria. Incontri che negli intenti vogliono essere vettore di dialogo e di collaborazione perché, ha spiegato Stelli, gli esuli riconoscono l’esistenza di un “problema di giovani”. I figli e i nipoti degli esuli sono nati, infatti, in Italia e hanno pertanto un approccio diverso alle associazioni, un approccio che rende molto importante lavorare alla creazione di rapporti stretti, costruttivi e propositivi tra esuli, figli e nipoti degli esuli e rimasti in modo da poter contare su un attività comune.
La parola è tornata quindi a Maurizio Tremul, che questa volta si è soffermato sulle prospettive future di una Comunità che è al contempo valore e opportunità. In particolare Tremul ha ribadito l’importanza di reimpostare il rapporto tra esuli e rimasti passando dal “noi-voi” al “noi-noi”. Un passaggio, a suo avviso, naturale quanto dovuto nel momento in cui l’idea delle integrazioni europee si concretizza e vede cadere i confini; quello tra Italia-Slovenia già non c’è più, quello tra la Slovenia e la Croazia si spera cada a breve facendoci diventare tutti parte integrante dell’UE. E da abitanti di questa comune casa europea dovremo indiscutibilmente rivedere l’impostazione dei rapporti, esattamente come, ha detto, andrà ripensato anche il ruolo della CNI e delle sue istituzioni in una chiave diversa, che coinvolga anche il raccordo tra la realtà del territorio storico di residenza e quello italiano.
PROGETTI Inoltre, ha proseguito Tremul, va fatto tesoro di quanto avvenuto a Trieste il 13 luglio scorso in occasione del Concerto dell’Amicizia voluto dal maestro Riccardo Muti, che è riuscito a dar vita allo storico incontro tra i presidenti di Italia, Croazia e Slovenia. Si tratta di un evento, ha affermato Tremul, che colloca l’azione degli italiani rimasti e degli esuli in un’ottica diversa, affida loro una grande responsabilità in termini di attività da realizzare per contribuire in modo ancora più fattivo alla collaborazione con gli Stati e fra gli Stati ai quali dobbiamo poterci rivolgere con ancora maggiore efficacia. Quanto al futuro, è emerso ancora una volta che i progetti in cantiere sono davvero tanti e che per realizzarli servono sia strategie sia risorse. In tal senso Tremul ha ribadito i ringraziamenti alla Nazione Madre per il sostegno finanziario e politico che dà alla CNI, ricordando che va elaborata una strategia che dia alla CNI garanzie in tema di capacità di sfruttamento delle opportunità impostate in ambito UE.