L’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro è spirato questa notte a Roma.
Nel 1992 elevò la Foiba di Basovizza – emblema degli eccidi consumati dai partigiani di Tito in tutta l’Istria, nel territorio di Fiume e, mediante annegamento, in Dalmazia – a monumento nazionale, affidandola al «rispetto della nazione». Seguì medesimo decreto anche per la Foiba di Monrupino.
Nel 1993, ricordando che era stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio ai tempi del governo Scelba (10 febbraio 1954 – 22 giugno 1955) quando la questione del confine orientale era incandescente, dopo una visita a Trieste e un incontro con il sen. Lucio Toth (oggi presidente ANVGD), scrisse una lettera (che avrebbe dovuto restare riservata) al presidente del Consiglio Giuliano Amato. Nella lettera lo esortava a far «luce sulle circostanze che portarono all’eliminazione di alcune migliaia di cittadini italiani originari quelle zone da parte delle formazioni partigiane jugoslave»; invitava altresì Amato a respingere le tradizionali tesi «addotte in passato dalle autorità jugoslave» sull’«inevitabilità degli eccessi in fatti di guerra e che nella maggior parte dei casi riguardavano elementi fascisti compromessi con il passato», ricordando piuttosto che «molte delle persone eliminate erano colpevoli soltanto di essere italiane». Da ciò, concludeva il presidente, «la necessità di luce ove possibile sui singoli casi, seguendo l’indirizzo della riabilitazione delle vittime innocenti dei governi comunisti».
Nel 1995 conferì la Medaglia d’Oro al Valor Civile a Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume italiana.
Nel discorso di fine anno agli italiani del 1997 ricordò, ben prima dell’istituzione del Giorno del Ricordo, il dramma degli Italiani dell’Adriatico orientale.
Ospite del Parlamento di Zagabria, disse ai deputati croati che “gli Esuli hanno ancora molte ferite aperte“.
Il 3 giugno del 1998 venne consegnato a Scalfaro un dossier con la proposta per la concessione di una medaglia d’oro al valor militare al gonfalone della città di Zara, dossier che il presidente accolse con grande soddisfazione. Ma era il momento della guerra del Kosovo e lo stesso Scalfaro, agli sgoccioli del suo settennato, fece presente l’opportunità, per evidenti motivi di politica internazionale, di dare all’iter un «pausa di riflessione». Il 13 maggio del 1999 Carlo Azeglio Ciampi venne eletto presidente della Repubblica e prese il posto di Scalfaro, il quale nell’ultimo giorno al Quirinale telefonò a Lucio Toth manifestandogli il proprio rincrescimento per non aver potuto portare a compimento formale e materiale la pratica della consegna della medaglia d’oro a Zara.
Aveva incontrato la Comunità degli Italiani di Pola in occasione della posa della prima pietra della Scuola media superiore italiana “Dante Alighieri”. Nel 1998 aveva inaugurasto la Scuola elementare italiana di Isola d’Istria.
Nel 2009, in un messaggio alla ANVGD in occasione del Giorno del Ricordo, aveva ricordato «le tante emozioni del periodo in cui, come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ho avuto modo di occuparmi dei problemi dei profughi giuliano-dalmati».