San Giacomo (Trieste) ha perso una delle figure che maggiormente hanno influito sulla vita del rione negli ultimi decenni: don Mario Penco. L’anziano religioso, nato nel settembre del 1928, si è spento martedì nella propria abitazione, proprio nel quartiere del quale è stato la guida spirituale per venticinque anni.
«Fu il mio catechista quando ero bambino – spiega don Roberto Rosa, attuale parroco di San Giacomo – Oltre ai tanti incarichi delicati e di rilievo affidatigli nel corso degli anni, ciò che veramente rende onore a don Mario è il suo animo di pastore, attento e delicato». E aggiunge: «Si è sempre prodigato per i fedeli, senza mai fare distinzioni di alcun tipo ed ha lavorato infaticabilmente, anche nella malattia, donando al gregge che gli era stato affidato – spiega – tutte le sue energie, fino all’ultimo momento. La mattina durante la quale è mancato ha celebrato l’Eucarestia e, poi, abbiamo discusso sulla storia di alcune vie della zona, in preparazione alla nostra missione parrocchiale».
In memoria di don Penco, stasera alle 18 nella chiesa di San Giacomo, si terrà un incontro di preghiera, mentre domani alle 10.30 verranno concelebrati dal vescovo, monsignor Ravignani, i funerali, che saranno preceduti, alle 8.30, dall’esposizione della salma.
Originario di Servola, don Mario aveva iniziato il proprio cammino formativo al seminario minore di Capodistria, ma la guerra lo aveva costretto a proseguire gli studi prima a Treviso e successivamente a Trieste, dove nel 1953 era stato ordinato presbitero da monsignor Antonio Santin. Nel corso della sua vita aveva esercitato numerosi mandati di ministero all’interno della provincia giuliana, innanzitutto a Coloncovez, poi al campo profughi delle Noghere e ad Aquilina, dove fu il primo parroco di San Benedetto, incarico che mantenne fino al 1975, quando venne trasferito a Servola. Don Penco aveva occupato, inoltre, ruoli di rilievo e posizioni delicate, come quello di vicario episcopale per il clero e di decano di San Giacomo e la sua dedizione e l’impegno pastorale sono stati riconosciuti con la nomina di cappellano d’onore di Sua Santità e, poi, di canonico onorario di San Giusto.
Mattia Assandri su Il Piccolo del 30 agosto 2009