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30 set – Straulino, l’uomo che ascoltava il vento

È stato il più grande velista italiano del Novecento, un marinaio che ha vissuto in mare e per il mare, un uomo capace di ascoltare come nessun altro la voce del vento. Considerava le barche esseri viventi, la sentiva respirare, era in grado di captarne l’umore dal suono dello scafo nell’acqua, dal vento nelle vele. Agostino Straulino è ormai una leggenda, e non solo per le sue vittorie: una volta campione olimpico, quattro volte campione del mondo, dieci volte campione europeo, tredici volte campione italiano, si aggiudica nel 1973, fra l’altro, la One Ton Cup, la Coppa America di allora. È tutta la sua vita che è una leggenda, a cominciare da quando, bambino, il padre e lo zio gli costruirono una piccola barca, che lui chiamò Sogliola, e con la quale, nella natia e amata Lussino, imparò a conoscere il mare. E poi l’Accademia navale, gli anni della guerra, le imprese con gli uomini Gamma della Decima Mas, la cattura da parte dei partigiani di Tito prima, dei tedeschi poi, il ritorno in Marina, il comando della Vespucci, le mille sfide agonistiche, le mille vittorie. «Un uomo nato con le medaglie, la cui vicenda umana e sportiva rappresenta una tipica storia adriatica», commenta Massimo Greco, assessore alla Cultura del Comune di Trieste, che venerdì, alle 18, al civico Museo del mare di via Campo Marzio 5, inaugurerà la mostra «Straulino, la vela olimpica» (aperta da sabato 3 ottobre e fino al 10 gennaio, da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19, con orario continuato 8.30-22 i giorni 8, il 9 e il 10 ottobre in occasione della Barcolana). La rassegna, allestita a cura di un comitato esecutivo di cui fanno parte il direttore dei civici musei scientifici Sergio Dolce, Lorenzo Michelli (di Comunicarte, che pubblica il bel catalogo ricco di illustrazioni), Tiziana Oselladore (che fra l’altro ha conosciuto e navigato con Straulino), Marzia Vidulli Torlo, espone fotografie, documenti, medaglie, trofei, diari di bordo, rassegne stampa dell’epoca, filmati inediti, materiale in buona parte proveniente dall’archvio della figlia dell’ammiraglio, Marzia Straulino, che sarà presente all’inaugurazione. Una mostra che, come le precedenti su Sciarrelli e sui Cosulich, si inserisce nel filone delle rassegne dedicate ai grandi protagonisti del mare in occasione della Barcolana.

Agostino Straulino nasce a Lussinpiccolo il 10 ottobre del 1914. La madre proviene da una famiglia di marinai, il padre invece è oriundo friulano. Il nonno di Straulino, fabbro ferraio, era infatti nato a Suttrio nel 1840, ed era emigrato a Lussino. Nel 1882 il nonno, in società con Nicolich e Gerolimich, acquista il veliero Alfa, dando il via all’attività commerciale e marinaresca della famiglia. A sette anni il padre e lo zio costruiscono e regalano ad Agostino una piccola barca, Sogliola, ”per me la più bella di tutte” scriverà Straulino in un biglietto di ringraziamento al padre. Con questa barchetta il piccolo Tino comincia a veleggiare nella baia di Artatore, impegnando i suoi amici in piccole regate. È in questi anni che nasce e si affina il suo grande amore per il mare, è allora che il vento e le onde diventano compagni di gioco, amici, educatori amorevoli ma severi.

A diciott’anni Agostino ottiene il diploma all’Istituto Nautico di Lussino, fucina di grandi marinai e capitani, e prima di ricevere la chiamata per la leva il padre gli regala due anni di totale libertà per poter vagabondare sulla Lanzarda, una passera di 8 metri, per tutta la Dalmazia, in compagnia del suo cane Mark. Saranno due anni straordinari, che gli rimarranno per sempre nel cuore, e saranno fondamentali per la sua formazione di uomo e di marinaio.

A vent’anni Straulino entra all’Accademia di Livorno per frequentare il corso ufficiali di complemento. All’inizio fatica ad abituarsi alla divisa e alla mancanza di libertà, ma poi si ambienta, la disciplina la conosce già, l’ha già provata quando usciva in barca con la sua famiglia o con i capitani di Lussino. In Accademia vengono spesso organizzate regate fra gli allievi di complemento e i cadetti. Un giorno il giovane Straulino viene scelto come prodiere di una Star al timone della quale c’è Bruno Veronese. Durante la regata Tino si ferisce a una mano nel tentativo di districare il boma di una barca che si era preso sullo strallo di prua, Veronese vuole ritirarsi, Tino si oppone, la ferita è una cosa da niente, dice, può stare tranquillamente al timone. Da quel momento le sorti della regata cambiano, Agostino rimonta molti avversari fino a piazzarsi al secondo posto. È il giorno della svolta, da quel momento il suo destino cambia. Inizia a regatare per l’Accademia come timoniere, inanellando le prime vittorie, tante da qualificarsi nella rosa degli atleti che parteciperanno alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Ma con grande delusione viene scelto solo come riserva nella classe Star, perché troppo giovane.

Nel 1938 Straulino vince il campionato europeo a Kiel, e il campionato nazionale, sulla Star Polluce con Nico Rode quale prodiere. È il principio di un sodalizio di lunga durata (tanto che proprio in occasione della Barcolana sarà intitolato ai due velisti il piazzale dell’ex piscina Bianchi).

Intanto si avvicina a grandi passi la guerra, Straulino passa in servizio permanente effettivo, continua ad allenarsi e a fare regate fino al 1940. Lo scoppio del conflitto lo trova sull’incrociatore Garibaldi dove rimane fino al 1942, quando passa ai gruppi Gamma, gli incursori subacquei al comando di Junio Valerio Borghese addestrati ad attaccare navi nemiche alla fonda fuori e dentro i porti. Straulino partecipa alle azioni nello stretto di Gibiliterra, in particolare a quel capolavoro di astuzia che fu l’operazione Olterra (la nave cisterna ormeggiata nella rada di Algesiras che in realtà nascondeva la base dei mezzi d’assalto). Straulino dimostra di sapersi muovere sotto il mare con la stessa perizia e coraggio di quando naviga, e per il suo valore riceverà due medaglie, una di bronzo e una d’argento.

Dopo il 1943 Agostino abbandona la Decima Mas e tenta di far ritorno a casa, a Lussino, ma viene imprigionato dai partigiani jugoslavi. Tenta di scappare varie volte, alla fine ce la fa ma viene preso dai tedeschi che lo condannano a morte. Per sua fortuna viene riconosciuto da un ufficiale nazista, anche lui esperto velista, già suo avversario alla regata di Kiel, che non può liberarlo ma lo manda ai lavori forzati salvandogli così la vita. Alla fine Straulino riesce a fuggire e a raggiungere Trieste. Rientrato in Marina e terminata la guerra, viene destinato alle difficili operazioni di sminamento dei porti nazionali. Durante una di queste azioni, nel 1947, per un incidente viene investito da un getto di iprite, perde la vista per dieci giorni poi lentamente la recupera, ma ne risentirà per tutta la vita. È allora che comincia ad allenarsi di notte, imparando a sentire la voce segreta del vento. Nel 1948 dopo la delusione dei giochi Olimpici di Londra, in cui causa la parzialità dei giudici e tanta sfortuna guadagna solo un quinto posto, inizia un incredibile progressione di vittorie e titoli fino al 1959. Nel 1965 è al comando della nave scuola Amerigo Vespucci. Sarà una delle esperienze più belle della sua vita e le sue memorabili imprese riempiranno le cronache dei giornali italiani e stranieri per tutti i cento giorni della campagna d’istruzione. In particolare si ricorda l’uscita dal Canale di Taranto a vele spiegate, impresa che gli costò l’ammirazione di tutti e dieci giorni d’arresto. L' 11 ottobre 1972 Straulino lascia il servizio attivo con il grado di ammiraglio di divisione. Negli anni 70’ inizia l’avventura con la One Ton Cup. L’armatrice Marina Spaccarelli Bulgari gli affida Ydra, disegnato da Dick Carter, una barca di razza. Nel 1973 Straulino vince la One Ton Cup di Porto Cervo e l'allora prestigiosissima Giraglia. La conquista della One Ton Cup non ferma l’attività agonistica dell’ammiraglio che continua a partecipare vincendo a molte regate over 60, una fra tutte la Coppa Ammiraglio Acton di cui vince l’ultima edizione nel 2002. L’ammiraglio Agostino Straulino muore all’Ospedale Celio di Roma il 14 dicembre 2004. È sepolto nella sua Lussino.

Pietro Spirito su Il Piccolo del 30 settembre 2009

 

 

 

 

 

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Si intitola ”Straulino signore del mare. Arma e vai!, Corsaro II, Vespucci. Momenti di vita di un campione della vela”, il libro curato da Tiziana Oselladore che Comunicarte edizioni distribuirà nelle librerie da venerdì 2 e sarà presentato venerdì 9 ottobre.
L’avventura della sua vita viene raccontata dal celebre timoniere in prima persona in ”Arma e vai!”, che viene ripubblicato insieme a eccezionali documenti inediti, rimasti per anni nei suoi archivi. E con immagini e testimonianze come il diario di bordo del Corsaro II e stralci del diario di bordo della Vespucci.

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