Un leone si aggira su Veglia (Krk), l’isola più grande insieme alla vicina Cherso tra le 1165 censite lungo la costa della Croazia, Mare Adriatico. Non fa paura: ha una zampa alzata e, accanto, il Vangelo. Per gli italiani un’icona familiare, quella della Repubblica veneziana dei Dogi. A due ore di auto da Trieste, collegata alla terraferma da un ponte, l’isola si scioglie in un mare trasparente scomponendosi in un caleidoscopio di baie, cale e insenature verdi tagliate da sciabolate di fiori viola, rossi, gialli; rocce grigie e rossastre; spiagge di sabbia o ghiaia bianche e avorio. Perfette per una navigazione a vela, per ogni sport acquatico o quieta balneazione fino a un’estate che già trascolora nell’autunno.
L’interno dispiega paesaggi lussureggianti, aree con muretti a secco, villaggi di fascino. Il capoluogo, Veglia, è avvolta da mura. La torre di guardia ha l’orologio che, per errore, indica le ore 4 con il numero romano IIII anziché IV; la porta di Mare, il leone. I quattrocenteschi bastioni e il castello sono della casata dei Francopane, guerrieri e mecenati, che hanno irrorato i territori della loro pluricentenaria presenza: non c’è opera d’arte o militare che non sia riconducibile a loro (o ai veneziani). Il Bar Volsonis, un ingresso anonimo, è un giacimento stratificato di vari periodi: mura dal IV sec. a.C. in poi, un remo di galea della battaglia di Lepanto, un lavatoio medievale…distribuiti in più ambienti e nel giardino retrostante. Merita almeno il tempo di un caffè. Ulica Strossmayera è la via principale, a lastroni, con case basse, stucchi, portoncini e grate da cui s’intravvedono patii e giardini, mentre fichi sovrastano i muriccioli ombreggiando i vicoli. I gatti la fanno da padroni.
Tra i negozi, invasi di paccottiglia, da segnalare Krcanka, ceramiche zoomorfe e brocche; Fortis, ancora ceramiche più la collezione di reperti romani del proprietario. Mariolina produce la pasta di grano duro surlice, più altri 16 tipi. Eccellente l’olio d’oliva venduto nel negozio Nono (16-22 euro). Grande concentrazione di arte nel quadrilatero che abbraccia la cattedrale, il castello Francopane, l’arcivescovado e la chiesa romanica di S. Quirino, che è anche scrigno museale. Fuori delle mura, giardinetti, il porticciolo con barche all’ancora, spiagge, ristoranti, asini rassegnati a farsi cavalcare da bimbi fin troppo entusiasti. Delizioso l’Hotel Marina, 10 camere vista mare, acciaio, moquette bordeaux e bianca (da 80 euro a persona, www.hotelikrk.hr). Si cena nel dehors pieds-dans-l’eau con piatti di pesce. Puntando a est, tra querce e macchia mediterranea in costa, Punat sorge sull’omonima insenatura con il porto turistico più grande dell’Adriatico. Lungomare alberato e ricco di negozietti.
Si dorme all’Hotel Kanajt, immerso in un oliveto (doppia da 110 euro). In pochi minuti di barca, l’isolotto di Kosljun: un convento francescano; il museo etnografico; la chiesa con la più grande tela a olio della regione; la biblioteca con 30mila volumi; la tomba dell’ultima Francopane, Caterina; steli con scrittura paleoslava, la glagolitica, introdotta da Cirillo e Metodio; un giardino botanico. La baia di Stara Baska, rocce e calette, è incantevole. Oltre, ecco Baska, alle spalle una vallata verde di salvia (ottimo il miele) chiusa da alture glabre. La cittadina accoglie con un acquario che non ti aspetti: 21 vasche con oltre cento specie. E poi case di pescatori strette tra loro e palazzi specchio di nobiltà, barche all’ancora, una lunga spiaggia (da evitare in agosto), trattorie con pergolato come Francica o Cicibela (rospo con tartufi di mare e scampi in padella, 45 euro in 2). Verbenico (Vrbnik) scivola a picco nel blu dal colle roccioso su cui è edificata: case di pietra e stradine, tra cui quella annoverata come la più stretta del mondo, 42 cm, Grskovicev prolaz.
Due le perle: la chiesa del ‘300 con manoscritti glagolitici e un ristorante formidabile per la posizione vista mare e la cucina, il Nada della famiglia Juranic. Antipasti di pesce, surlice con scampi, rana pescatrice e crostacei alla griglia: 27 euro. Si beve il vino bianco della zona, zlathina, e il rosso brajda. Sulla punta nord Castelmuschio (Omisalj) è l’abitato più antico, su uno sperone che domina il golfo del Quarnaro. L’isola pedonale accoglie il Museo del costume, palazzi in pietra, la piazza Dunaj con case gotiche e romaniche, chiese del Mille con statue di lupi, santi e diavoli. Illuminate dalla luna, Fiume e Abbazia baluginano a un passo da qui, sulla terraferma.
Dora Ravanelli su “Il Giornale” del 25 luglio 2012
(courtesy MLH)
Uno dei leoni alati presenti a Veglia (foto panoramio.com)