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31 gen – Vignetta autostradale: l’UE dà ragione alla Slovenia

La Slovenia ha ragione. Il pedaggio autostradale obbligatorio «a pacchetto», la famosa vignetta, è in armonia con le norme europee ora che sono stati emessi dallo scorso ottobre anche bollini settimanali e mensili. La Commissione europea ha revocato il procedimento aperto già nel 2008, quando partì la nuova procedura. Era stato avviato sulla base del sospetto che fossero discriminati gli automobilisti stranieri.

Crolla dunque a Trieste la speranza di vedersi dispiegare, per mano europea, una cancellazione del balzello, che sulla linea confinaria è tanto contestato da aver prodotto reazioni ufficiali sia del Comune con il ministero degli Esteri, e sia della Provincia con una lettera ufficiale al ministro dei Trasporti, inviata lo scorso agosto? Di più. Proprio in questi giorni è arrivata anche la seconda cattiva notizia.

Il ministro sloveno ha risposto alla lettera della presidente Maria Teresa Bassa Poropat, che appellandosi al trattato di Osimo era sembrata contenere argomenti inappuntabili. E ha detto alla Provincia che «per motivi giuridici» non è possibile per i triestini scansare, in nome dell’invocata reciprocità di tratto autostradale gratuito, il pagamento obbligatorio «a pacchetto» di questo pedaggio che molti tentano di dimenticare: in Slovenia si fanno circa 100 multe al giorno. Che hanno fruttato alla Società autostradale slovena 7,8 milioni di euro lo scorso anno, oltre ai 107 milioni incassati dalla valanga di vignette vendute.

Il sindaco Dipiazza sulla materia ha anche incaricato l’avvocato Paolo Sardos Albertini di un accurato studio di tutti i trattati italo-sloveni, per dimostrare che i triestini, poiché lasciano 25 chilometri da Fernetti al Lisert senza pedaggio, hanno diritto a pari trattamento in territorio sloveno. Dice oggi il sindaco: «Lo sapevo che l’Europa ha dato ragione alla Slovenia, e ho già scritto al ministro Frattini. Che fare adesso? Non ho ansia da prestazione. Se si può ottenere la deroga bene, altrimenti non è che la vignetta ci cambierà la vita. Vedremo la fine del lavoro di Sardos Albertini: se i trattati dicono qualcosa di chiaro, andranno rispettati».

Meno conciliante invece la Provincia, specie dopo questa lettera di risposta al messaggio di Bassa Poropat. L’assessore Vittorio Zollia non intende demordere. Una nuova lettera verrà spedita al ministro dei Trasporti sloveno. «L’Europa dà ragione alla Slovenia? Bene, ma non è questo il nostro problema. Noi – afferma – abbiamo scritto in altri termini, sottolineando che poiché in una norma di attuazione del trattato di Osimo è scritto che dal confine al Lisert l’autostrada non è a pagamento, e dunque gli sloveni non pagano, noi chiediamo per i nostri cittadini di usufruire del medesimo beneficio. Poiché non ci sono motivi giuridici alla base della richiesta, ma argomenti che poggiano sui rapporti di reciprocità e di buon vicinato, è fuori di luogo che ci venga risposto ”vorrei se potessi, ma la legge me lo impedisce”. Ora la presidente attraverso il consolato riproporrà la richiesta, rimarcando che non ci si appella a inesistenti motivi giuridici, ma ai buoni rapporti, così se ci vogliono rispondere nuovamente di no, dovranno dire ”non vogliamo”, ”non abbiamo questa buona volontà”, e non viceversa ”non possiamo”».

Una linea severa, dunque, per il fastidio di una severa risposta, che fa tornare alla mente tutta una serie di «diritti e doveri» su questo ex confine. Ma anche infine la comprensione per i triestini che volessero «solo andare a cena» in territorio sloveno, pochi chilometri via da casa. E che oggi, se incappano nella rete autostradale, devono comprarsi preventivamente quanto meno la vignetta settimanale da 15 euro. «Penalizzazione – conclude Zollia – che in fondo non conviene nemmeno alla Slovenia».

(g. z. su Il Piccolo del 31 gennaio 2010)

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