33 anni di Unione Italiana

“Nell’articolo 6 dello Statuto dell’Unione italiana quella del 16 luglio viene definita la Giornata dell’Unione italiana e della Comunità nazionale italiana in Croazia e Slovenia, un’espressione che, per i padri fondatori della nuova UI e anche adesso ha un significato profondo”, ha esordito Tremul spiegando che la frase “indica l’universo CNI, intesa quale comunità di persone che – nella diversità ed in anni difficili- ha saputo compiere scelte coraggiose in difesa dell’unità”.

Riferendosi a quanto sta accadendo in seguito al fallito tentativo di modifica del Regolamento interno e alla successiva nomina del nuovo coordinatore della Consulta capodistriana, il presidente UI è tornato a ricordare atmosfera e ragioni della registrazione – nell’ agosto ’98 -dell’Unione a Capodistria. “Può operare nell’illegalità – come alcuni vanno dicendo- un organismo avvallato dai massimi vertici statali?”, si è chiesto Tremul, che si è soffermato poi su altri documenti molto citati, ma demagogicamente, in quest’ ultimo periodo. Da qui l’invito a “richiedere tutti assieme la firma -da parte slovena- del Memorandum trilaterale del ’92 e a insistere sulla ripresa dei negoziati per l’Accordo bilaterale croato-sloveno”.

Secondo il presidente UI “bisogna ritornare a fare politica”. “Questa discussione, questo concentrarsi sul nostro ombelico ci sta distogliendo lo sguardo da questioni importanti che stanno avvenendo accanto a noi, nella politica croata, slovena ed italiana e sulle quali dovremmo concentrarci maggiormente perché riguarderanno il futuro dei nostri figli”.

Confermando il momento travagliato per l’Unione italiana e la Comunità nazionale, Tremul ha rilanciato l’invito per altro già fatto in occasione del 30 esimo, ma non anche attuato, ad avviare una riflessione schietta, sincera “sull’ UI che vogliamo e sulla CNI che vogliamo essere”. “Cogliamo questa criticità e trasformiamolo in opportunità per fare una riflessione a tutto campo sulle strategie, le linee guida, sull’indirizzo verso cui noi vogliamo andare”, ha detto Tremul, fiducioso e convinto che la minoranza saprà rispondere e reagire “all’opera di disgregazione e di rottamazione dei valori e dei principi, dei risultati raggiunti, che riporta indietro di decenni le lancette della storia”.
Rispondendo ad alcune domande egli ha constatato che questo tipo di conflittualità fino al 2018 non c’ era e che se ci fosse stata un’argomentata necessità di cambiare le decisioni, anche quelle del 1998 lo si sarebbe fatto. “Che io disturbi è vero, ma non si può cambiare sistema perché’ qualcuno non piace”, ha aggiunto Tremul convinto che sia l’UI che la CNI “sapranno ritornare ad essere la grande famiglia che siamo stati per decenni.

Alessandro Martegani
Fonte: Radio Capodistria – 15/07/2024

La Voce del Popolo – 16/07/2024

 

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