Il 13 agosto 1961 veniva eretto dal regime comunista sovietico il Muro di Berlino, per arginare la fuga di decine di migliaia di persone dal SOCIALISMO REALE: in altre parole avveniva la fuga dal cosiddetto ‘paradiso comunista’.
Oltre la cortina di ferro fuggirono dall’Europa orientale centinaia di migliaia di persone in cerca della libertà. Il comunismo reale ha prodotto, come purtroppo sappiamo, milioni di morti e di esiliati/profughi in tutto il mondo. In Italia i primi testimoni e vittime di questa tragedia sono gli esuli giuliano-dalmati, che hanno pagato fino in fondo, assieme agli italiani di Rodi, delle isole del Dodecaneso e delle colonie in Africa, le conseguenze della Seconda guerra mondiale persa dall’Italia e la conseguente nascita e rafforzamento del comunismo internazionale. Non dobbiamo dimenticare questa data per la storia democratica dell’umanità e delle nazioni.
In Italia le ANPI a conduzione post comunista dovrebbero ricordare particolarmente i regimi comunisti che hanno tradito la democrazia e non chiedere l’abolizione del Giorno del Ricordo, che è un atto di giustizia (seppur tardiva) verso il popolo Giuliano-Dalmata, la cui storia nell’Italia governativa pre-caduta del Muro di Berlino si è voluta tacere.
Marino Micich
Direttore Archivio Museo storico di Fiume
Fonte: Abitare a Roma – 13/08/2021