Sulle dichiarazioni del presidente Croato Mesic, oltre a quanto affermato da D'Alema, Fini e Codarin ripresi in altre news, sono intervenui nelle prime ore anche alcuni politici italiani.
"I Presidenti del Senato della Repubblica, Franco Marini, e della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, hanno espresso la loro piena condivisione della verita' e del giudizio storico formulato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata del Ricordo", si legge in una nota congiunta dei due presidenti.
Il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, ha definite le affermazioni di Mesic ''inaccettabili'', aggiungendo che ''se Mesic vuole portare il suo Paese in Europa gli consiglio di andare a ripetizione per un po' di tempo dal Presidente Napolitano''. Casini, che nel pomeriggio e' stato alla foiba di Basovizza sul carso triestino, arrivando a Gorizia ha osservato che e' puntualmente ''europeo'' lo spirito dell'Italia e ha ricordato che ''l'Europa si fonda nel rispetto delle diversita', ma anche nel rispetto della verita'''. Ribadendo quanto affermato a margine della visita a Bosovizza, Casini ha aggiunto: ''Abbiamo profondamente condiviso le parole di Napolitano perche' rappresentano non solo l'anima di tutti gli italiani, ma anche lo spirito europeo. Lo stesso spirito europeo di cui la Croazia si vuole fare promotrice quando presenta la sua domanda di adesione all'Unione Europea''. Sottolineando il contributo dell'Italia per l'ingresso della Croazia nell'Unione Europea, l'ex presidente della Camera ha aggiunto: ''Proprio perche' sosteniamo con convinzione questo ingresso non guardando ai revanscismi storici, ma guardando al futuro, tanto piu' dobbiamo dire che le parole di Mesic sono inaccettabili''. ''Con tutto il rispetto, ritengo che il presidente Napolitano possa insegnare a Mesic le nozioni elementari di politica europea.”
'Le parole del Presidente della Croazia sono preoccupanti e inquietanti'', ha detto poi in una nota Maurizio Gasparri, dell'esecutivo di An. ''Il Presidente Napolitano – prosegue Gasparri – ha con coraggio parlato della congiura del silenzio che nel nostro Paese ha cancellato dalla memoria collettiva per troppo tempo l'orrore delle foibe. Napolitano ha parlato giustamente di un genocidio. La nuova convivenza europea non puo' che basarsi sulla presa d'atto della verita' della storia''. ''Che quelle parole siano state pronunciate da un uomo della sinistra come Napolitano – sottolinea l'esponente di An – dovrebbero indurre il Presidente Stipe Mesic ad un atteggiamento di maggiore prudenza. Con queste parole non si costruisce un'Europa della pace e della liberta'''. ''Ci sono ancora molti capitoli da riscrivere e alcuni dovranno portare anche le parole di verita' degli esponenti della ex Jugoslavia. E quelle pronunciate dal Presidente croato – conclude Gasparri – non sono certo ne' vere ne' accettabili''.
Il capogruppo dell'Ulivo al Senato, Anna Finocchiaro, ha detto da parte sua: ''Voglio esprimere al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la solidarieta' mia personale e di tutte le senatrici e i senatori del gruppo dell'Ulivo. Il Presidente, ricordando le foibe, ha usato parole equilibrate, rispettose della verita' storica e dei principi che hanno dato vita al processo di unificazione europeo. Spiace che qualcuno abbia mal interpretato le parole del Presidente della Repubblica, che non ha certo bisogno di richiami rispetto ad una volonta' europeista che ha sempre giudato la sua azione politica''.
''Accusare di revanscismo Giorgio Napolitano – ha aggiunto – ci sembra una cosa davvero inaccettabile. Nelle sue parole non vi era nessun intento polemico, ma solo la scelta di rendere omaggio alle vittime di una ingiusta persecuzione. Ci riconosciamo in pieno nelle sue parole''. ''Poiche' sosteniamo con forza la piena integrazione dei paesi balcanici nell'Unione europea – ha concluso Finocchiaro – siamo convinti che l'accettare la verita' della storia sia una delle condizioni necessarie per un'Europa solidale e democratica. E' necessario guardare avanti e lasciare alle nostre spalle contrasti che appartengono ad una altra epoca''.
Per Piero Fassino le parole di Mesic sono "inaccettabili" e "manifestano una preoccupante incapacità di guardare alla storia e alle sue tragedie con obiettività e senza pregiudizi, riaprendo così ferite dolorose che, invece, dovrebbe essere interesse di tutti sanare".
Per Francesco Rutelli "La verità storica non può essere considerata nel XXI secolo come un'offesa alle identità nazionali". Stessa linea dal ministro Ds Pierluigi Bersani, che si dice "esterrefattò, e dal Guardasigilli Clemente Mastella secondo cui "se Mesic conoscesse il passato del presidente Napolitano eviterebbe di dire le sciocchezze da lui oggi pronunciate". Mentre Franceschini, presidente dei deputati dell'Ulivo, manifesta "solidarietà" al Quirinale, Donadi (Idv) bolla le affermazioni di Mesic come "antistoriche e contrarie allo spirito dell'Europa", che per il Verde Bonelli sono "gravi e sbagliate". E di "attacco sbagliato e fuori luogo" parla Migliore del Prc. Ma anche il centrodestra è compatto nel sostegno al capo dello Stato. A partire da Gianfranco Fini, leader di An e ex ministro degli Esteri, secondo il quale "Mesic ha offeso non solo il presidente Napolitano ma anche la verità storica. Le sue parole sono gravissime e inaccettabili, rischiano di allontanare la Croazia dall'Ue e rispondono solo a una logica ultranazionalista e revanscista indegna per il capo di uno stato di un paese democratico e amico dell'Italia".
L'ex sottosegretario Roberto Antonione (FI) reclama le scuse del presidente croato a Napolitano e all'Italia, a difesa del Colle si schiera pure la Lega. Roberto Calderoli invita Mesic a "sciacquarsi la bocca" prima di parlare del presidente italiano, mentre per Mario Borghezio "Napolitano ha avuto il coraggio di rimediare a decenni di vergognoso negazionismo comunista sull'esistenza delle foibe e sulla responsabilità storica dei partigiani comunisti titini in quei massacri". Infine, difende Napolitano anche Giulio Andreotti, definendo "sbagliate" le interpretazioni delle sue parole date da Mesic. Ma il senatore a vita invita ora tutti a chiudere polemiche che considera ormai "fuori della storia" e a guardare ad ogni problema "in chiave europea".
Al sostegno unanime delle forze politiche non si uniscono invece i Comunisti italiani. Dal partito di Oliviero Diliberto non arriva una critica alla reazione di Mesic ma, al massimo, l'invito a non strumentalizzare la vicenda delle foibe. "Chiunque conosca un minimo la storia passata e recente delle terre di confine non può che constatare come la reazione del presidente croato Mesic era assolutamente prevedibile", sostiene Jacopo Venier; mentre Severino Galante la prende larga, e invita ad evitare strumentalizzazioni, analizzando quel periodo con "una ricerca storiografica scientificamente provata e perciò estranea a qualsivoglia manipolazione politica".