Assicurare la continuità nel futuro delle comunità giuliane all’estero, per farne «un elemento di prospettiva e di sviluppo, culturale ed economico, garante del ricordo e delle radici». È questo l’obiettivo delle celebrazioni per i 40 anni dell’Associazione Giuliani nel mondo, nata nel maggio del ’70, per iniziativa dell’allora sindaco, Marcello Spaccini, con la partecipazione, quali soci fondatori, delle Province e dei Comuni di Trieste e di Gorizia, unitamente a un folto gruppo di personalità locali.
«Si è inteso di proposito escludere ogni intento autoreferenziale – ha ribadito il presidente dell’Associazione, Dario Locchi, in sede di presentazione delle manifestazioni, in programma il prossimo fine settimana – promuovendo piuttosto la riflessione sulla situazione e sulle prospettive. Oramai siamo alla terza generazione, perciò bisogna guardare al domani, pensando che si possono trovare altre formule di collegamento fra i nipoti di coloro che partirono e le terre d’origine».
Locchi e il presidente onorario dell’associazione, Dario Rinaldi, hanno poi ricordato «tutti coloro che hanno contribuito alla costituzione, alla vita e alla attività dell’Associazione, con carattere di volontariato, che sono, oltre a Spaccini, i presidenti Nereo Stopper, Guido Salvi, Lanfranco Zucalli, nonché i segretari generali Bruno Orlando e Alfredo Princich».
Alle manifestazioni saranno presenti molti presidenti dei Circoli sparsi nel mondo o loro delegati. Locchi e Rinaldi hanno indicato in almeno 150mila i giuliani sparsi nel mondo. «Il 40° costituisce un’importante occasione per confermare e rinsaldare i vincoli di vicinanza e di solidarietà con i giuliani residenti all’estero e per rafforzare le iniziative volte alla salvaguardia e alla valorizzazione della specifica identità culturale italiana e giuliana nell’ambito delle Comunità dei nostri corregionali presenti nei vari Paesi – ha sottolineato Locchi – perché le comunità locali della Venezia Giulia e le loro istituzioni rappresentative, avendo quasi tutte le famiglie giuliane almeno un parente emigrato, hanno il dovere di mantenere sempre vivi e vitali i rapporti di solidarietà con le migliaia di emigrati».
«Quella dei giuliano dalmati – ha evidenziato Rinaldi – è stata un’emigrazione diversa in quanto non è stata determinata dalla necessità di sfuggire a condizioni di miseria e sottosviluppo, ma dalle travagliate vicende storico politiche che hanno interessato Venezia Giulia, Istria, Fiume, le isole del Quarnaro e della Dalmazia, durante la prima guerra mondiale, nella fase finale della seconda guerra mondiale e nel dopoguerra». Nell’ambito delle iniziative è pubblicato il volume “Giuliani nel Mondo: con le nostre radici verso il futuro”, ha ricordato il direttore Fabio Ziberna, che si propone di offrire un compendio delle vicende e dei flussi migratori. Il volume, curato da Rinaldi sarà presentato martedì prossimo, alle 17, al Circolo della stampa in corso Italia 13.
Ugo Salvini