Silvana Perica – Silvije Tomasevic/VLM.
La Corte Suprema pubblicherà venerdì il testo della sentenza sul caso di Zlata Ebensparger, cittadina brasiliana ed Ebrea originaria della Croazia; sentenza che riconosce anche ai cittadini stranieri il diritto alla restituzione delle proprietà confiscate al tempo dell’ex-Jugoslavia ! Si stima che l’onere finanziario potrebbe ammontare ad alcune centinaia di milioni di euro, nei casi in cui lo Stato, impossibilitato a restituire i beni immobili in natura, dovesse erogare i risarcimenti attingendo al bilancio statale. Si tratta, per la verità, d’attuazione d’una sentenza della Corte Costituzionale del 1999, e, dunque, quando ancor la presiedeva Jadranko Crnic.
“ E’ ingiusto concedere il diritto al risarcimento ai cittadini croati e non a quelli stranieri ”, statuì allora la Corte Costituzionale, annullando le controverse norme della Legge sull’indennizzo della proprietà sottratta, ma il Potere 1 omise di emanare nuove norme, in sostituzione di quelle abolite, al fine di risolvere la questione delle condizioni alle quali risarcire gli stranieri per i beni espropriati.
Tutela della legittimità.
Gli stranieri, in sostanza, si vedevano respinte le istanze presentate ed esaminate, nei procedimenti amministrativi, dagli organi statali, mentre dal canto suo il Tribunale Amministrativo ne annullava le deliberazioni. Perché la faccenda sia del tutto chiara, va detto che l’Ufficio locale della Procura della Repubblica aveva chiesto alla Corte Suprema, in alcuni casi, la tutela della legittimità e, nel frattempo, tutti i procedimenti amministrativi in corso vennero sospesi, in attesa di conoscere la decisione della Corte.
La Corte Suprema ha sciolto i dubbi ed ora la giurisprudenza ha confermato che gli stranieri , ovvero i loro eredi di primo grado 2, hanno diritto ad essere indennizzati per la proprietà che fu loro sottratta durante il regime comunista.
E tuttavia è diritto che non spetta a tutti, ma solo a coloro la cui posizione non è regolata dagli accordi internazionali. Tra essi rientra, ad esempio, la famiglia italiana Luxardo, che chiede la restituzione della fabbrica Maraska, a Zara, nella quale produceva il liquore Maraschino. La famiglia Lanzetta pretende il palazzo Milesi, a Spalato; ed i coniugi Piero e Angela Polic rivogliono l’hotel Park, valutato 20 milioni di euro, eccetera.
Attesa di anni.
“ Abbiamo atteso per anni questa sentenza. Con essa viene affermato il diritto alla restituzione, a prescindere dalla cittadinanza dell’ex-proprietario. Zagabria aveva sospeso tutti i procedimenti in essere, in attesa di questa sentenza della Corte Suprema”, dice Alfredo Mantica, Sottosegretario Italiano del Ministero degli Esteri. Sottolinea che gli altri Paesi “ accoglieranno più lietamente la Croazia se riuscirà a risolvere il problema prima dell’ingresso nell’Unione Europea “. E però, bisogna essere reali, rileva Duro Degan, professore emerito di diritto internazionale. Va benissimo che, giuridicamente, la situazione in parola si stia risolvendo e che ora gli Ebrei, vittime della Seconda Guerra Mondiale, oppure i Tedeschi e gl’Italiani cacciati conseguano il diritto all’indennizzo. Ma la norma va applicata compatibilmente colle possibilità del bilancio statale croato, adottando provvedimenti ragionevoli che non gli rechino nocumento – afferma Degan, aggiungendo che ora la Croazia, in base al principio di reciprocità, dovrebbe avanzare analoghe pretese ad altri Paesi. Ad esempio, la restituzione ai Croati delle proprietà di cui erano titolari in Voivodina…
Verranno esaminati i casi-richieste che non furono risolti nel 1985.
Le competenti istituzioni croate esamineranno le richieste degli esuli italiani per la restituzione dei beni che furono confiscati dopo la Seconda Guerra Mondiale – ha dichiarato per il “Vecernji” l’ambasciatore croato a Roma, Tomislav Vidosevic. Vi si procederà in base alla sentenza della Corte Suprema.
– Devo sottolineare che le citate richieste di restituzione dei beni si riferiscono a casi non disciplinati dagli accordi in vigore – ha detto Vidosevic. E, dunque, verranno esaminate le richieste non regolate dall’accordo di Roma del 1985, col quale l’ex-Jugoslavia si era impegnata a versare all’Italia 110 milioni di dollari; impegno che Croazia e Slovenia, come eredi del disciolto Stato, hanno assunto. Del che ieri s’è occupato anche il quotidiano italiano “ Il Piccolo”, rendendo noto che Zagabria avrebbe restituito le proprietà nazionalizzate. Il testo si riallaccia alla dichiarazione dell’ambasciatore Vidosevic.