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Sindaco di Capodistria condannato per evasione fiscale (Il Piccolo 24 set)

CAPODISTRIA Un anno e dieci mesi di reclusione con la condizionale. E' la condanna inflitta al sindaco di Capodistria Boris Popovic. La Corte del Tribunale circondariale di Capodistria lo ha riconosciuto colpevole di appropriazione indebita, evasione fiscale e falsificazione di documenti, reati che sarebbero stati commessi dal primo cittadino nella sua veste di imprenditore nel 2001, prima che scendesse in politica. Il periodo di prova è di due anni: se entro questo tempo non commetterà reati, Popovic eviterà il carcere. Al sindaco sono stati inoltre concessi sei mesi di tempo – dal momento in cui la sentenza passerà in giudicato – per restituire il maltolto. Sia il pubblico ministero che l'avvocato difensore si sono dichiarati insoddisfatti ed hanno annunciato ricorso. Come spiegato dall'avvocato del sindaco, la condanna con la condizionale non è un impedimento per la ricandidatura a primo cittadino. Popovic, nel suo primo commento, ha ribadito di considerarsi vittima di un «processo politico». In qualità di direttore dell'impresa di famiglia BPC, che gestiva lo «Snack bar» a Capodistria, Popovic è stato condannato per non aver dichiarato nella contabilità dell'impresa guadagni per 63.000 euro, cifra che avrebbe invece intascato personalmente. Inoltre, per quello stesso anno – era il 2001 – Popovic avrebbe presentato documenti falsi all'Ufficio imposte, cosa che gli avrebbe permesso di evadere il fisco per 11.000 euro. E' la seconda volta che Popovic viene processato per gli stessi reati. Nel 2007, l'accusa riguardava comunque non solo la BPC, ma anche la «Food Party», un'altra impresa di Popovic, e le cifre dei presunti illeciti, tra appropriazione indebita ed evasione fiscale, erano molto piu' alte. In quell'occasione Popovic era stato assolto, ma poi la Corte d'appello ha accolto il ricorso del Pubblico ministero ed ha disposto la ripetizione del processo. Nemmeno questa volta, ad ogni modo, la sentenza soddisfa il Pubblico ministero Slavko Ozbolt, che per il sindaco di Capodistria aveva chiesto tre anni e due mesi di reclusione. La sentenza non è andata giù nemmeno all'avvocato difensore di Popovic, Franci Matoz, che l'ha definita «inaccettabile». La Corte, a suo giudizio, ha valutato erroneamente le prove esibite a favore del suo cliente. Nel corso del processo, ha rilevato ancora Matoz, è stata peraltro più volte ridimensionata la cifra della presunta evasione fiscale commessa da Popovic, a conferma delle lacune nell'impianto accusatorio. L'avvocato si è detto convinto che il suo ricorso avrà esiti positivi. «Per la Slovenia, a questo punto, c'è una sola speranza, la rivoluzione» ha esordito nel suo stile il sindaco di Capodistria all'uscita dal tribunale. Circondato dai giornalisti, Popovic ha dichiarato che si aspettava una sentenza di condanna anche se, ha aggiunto, «evidentemente non hanno avuto il coraggio di mandarmi in carcere». Si sta facendo di tutto, è convinto il sindaco di Capodistria, per escluderlo dalla corsa elettorale. Le elite che manovrano dall'ombra vogliono impedirgli di occuparsi di politica: «…per questo dovevo essere condannato, per questo le elezioni a Capodistria sono state sospese…». Il sindaco ha detto di aspettarsi nuovi attacchi da tutte le parti, ma che questo non gli impedirà di ricandidarsi a sindaco. Popovic, ricordiamo, è stato eletto sindaco nel 2002 ed è stato riconfermato – ottenendo la maggioranza assoluta dei consensi già nel primo turno – nel 2006. Quest'anno, le elezioni a Capodistria sono sospese in attesa che la Corte costituzionale decida se Ancarano potrà staccarsi da Capodistria e costituirsi comune a parte.

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