Forse si sarebbe risparmiato volentieri il dover respirare l’ennesima polemica tra ex missini e ”resto del mondo” sul significato del concerto del maestro Muti e dei reciproci omaggi diplomatici dei tre Presidenti, davanti all’ex Balcan e al monumento all’esodo. E in effetti, nella tarda serata di mercoledì, quando in Consiglio comunale era giunto il momento di votare proprio la cittadinanza onoraria a Riccardo Muti, lo scranno di Roberto Dipiazza era vuoto. Il sindaco, però dovrà armarsi di pazienza e sopportare. Ci ha pensato l’Udc Roberto Sasco a cambiare le carte in tavola poco prima che la ”mano” potesse andare via spedita. L’esponente centrista ha proposto una mozione d’ordine mirata a far slittare la discussione alla seduta d’aula successiva (in agenda lunedì sera, ndr) incassandone il consenso a strettissima maggioranza: 19 sì contro 18 no. «La proposta di conferimento della cittadinanza onoraria al maestro Muti – così Sasco – è stata un’iniziativa personale del sindaco, presa senza avvisare i gruppi consiliari. È giusto che la relazioni in prima persona». L’ipotesi dello slittamento ha intercettato i voti della maggioranza (al netto di Un’Altra Trieste, ndr) insinuando così a palazzo la malizia secondo cui Sasco fosse diventato il braccio armato di un centrodestra con troppa poca voglia di rispaccarsi pubblicamente. «Una mossa che ha palesato una volta ancora come non esista maggioranza», incalza il capogruppo democratico Fabio Omero. «Sasco – rileva a sua volta il civico d’opposizione Roberto Decarli – ha fatto da mediatore. Sono segnali che ormai si ripetono troppo spesso, sono il sintomo che non c’è più una maggioranza». Ma i capi dei due gruppi Pdl ancora separati in casa fino alle elezioni prossime, Piero Camber per i berluscones e Antonio Lippolis per gli ex An, smentiscono. «Abbiamo votato sì, per rispetto di maggioranza, seppur senza entusiasmo», giura Camber. «Il nostro sì – gli fa eco Lippolis – è privo di ogni dietrologia, è più una cortesia nei confronti di Sasco e Dipiazza. Tanto si sa che noi, sulla cittadinanza al maestro Muti, siamo contrari e voteremo contro per i motivi che tutti ormai conoscono».
Il Pd e più in generale il centrosinistra non cavalcheranno la spaccatura annunciata all’interno del Pdl. E voteranno per la cittadinanza onoraria con tutti i gruppi di maggioranza, al netto come detto di An-Pdl. Saranno altre semmai le occasioni per mettere sotto la maggioranza. Una di quelle poteva essere proprio mercoledì, visto che i consiglieri favorevoli al rinvio erano 19, quelli contrari 18. Solo che al momento del voto mancavano Marino Andolina di Rifondazione e Stefano Ukmar del Pd. Sarebbe stato uno scacco matto clamoroso. «D’ora in poi sarebbe il caso di essere tutti presenti», richiama all’ordine i suoi, ma n garbo, lo stesso Omero.
La seduta d’aula, per la cronaca, ha registrato due punti per la Lega, poiché il capogruppo Maurizio Ferrara si è visto accogliere dagli assessori Giovanni Ravidà e Paolo Rovis (il primo «come raccomandazione») rispettivamente un ordine del giorno sull’eliminazione delle consulenze a fronte di assunzioni di vigili e una mozione urgente sulle procedure di smantellamento del campo nomadi di via Rio Primario. (pi.ra.)