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Pola, il cimitero diventa patrimonio culturale (Voce del Popolo 19 ott)

Salvaguardare il passato per il futuro. Si può anche nel caso delle monumentalità sepolcrali. Il Consiglio Cittadino, nel corso dell’ultima seduta, ha proclamato il cimitero storico di Monte Giro patrimonio culturale d’importanza locale, destinato ad essere iscritto nel Registro dei beni culturali ovvero nella lista conservata negli archivi del ministero croato della Cultura. Dopo decenni contrassegnati anche da casi di abbandono e scempio, e dopo tanto tempo di gestione troppo spesso insensibile da parte del servizio delle Pompe funebri, di trattamenti scriteriati, di interventi invasivi e deturpatori, finalmente al cimitero storico di Pola potrebbe essere riservato il rispetto che merita. Si potrebbe dire che, con abbondante ritardo, ma sempre meglio che mai, è stato compiuto il primo passo verso la conservazione di detto patrimonio sopravvissuto, cultore della memoria collettiva e del ricordo delle genti che appartennero alla storia cittadina. Detta importante proclamazione, conforme alla Legge sul patrimonio culturale, trova il suo altrettanto fondamentale epilogo nell’elaborazione dello “Studio sullo sviluppo storico-ambientale – indirizzi per la conservazione dell’area memoriale del cimitero di Monte Giro”. La zona costituita dai tre storici campi sepolcrali “A”, “B” e “C”, diventa patrimonio da tutelare, fatta eccezione per l’area sepolcrale denominata “comunal”, destinata alla sepoltura decennale. Entro il camposanto eletto a bene culturale sono stati evidenziati 1.008 monumenti sepolcrali, per i quali con l’anzidetto studio è stata individuata la necessità di introdurre un regime di particolare tutela. Delle 1.008 tombe, 27 vengono iscritte nella lista delle “intoccabili” e di eccezionale importanza. Per la loro particolarità e soprattutto per il fatto che sono state fortunate a non essere state ancora “profanate”, ovvero destinate alla concessione, viene letteralmente proibito alle Pompe funebri di darle in usufrutto, mentre si dispone che i fondi per il loro restauro e conservazione vengano assicurati dal bilancio della Città di Pola.

Si ricorderà che il Municipio ha fatto decollare il procedimento che porta al definitivo riconoscimento del valore storico culturale del cimitero storico nel 2008, con l’istituzione della commissione di esperti chiamati a valutare il pregio delle tombe e monumentalità quale patrimonio cittadino e a definirne il necessario grado di tutela. Assolto questo, si era proclamato un periodo di moratoria, praticamente arrestata l’intraprendenza delle Pompe funebri nel concedere in usufrutto diverse tombe dell’area storica con parecchia faciloneria. Durante tutto il periodo di elaborazione dello Studio, previ interventi di documentazione e ricerca, al camposanto è stato decretato lo stop a qualsiasi concessione. Dette indagini ed elaborazioni sono state affidate allo studioso Raul Marsetič, del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, ed a Nataša Nefat, dell’Ufficio ministeriale di sovrintendenza del patrimonio storico-monumentale con sede a Pola, con il nobile scopo di fermare l’ulteriore devastazione e degrado del fondo sepolcrale, ovvero qualsivoglia azione, che direttamente o indirettamente avrebbe potuto compromettere le caratteristiche, la forma, il significato e l’aspetto delle tombe storiche di Pola e con ciò svalutarne la loro preziosità.

Con la proclamazione del cimitero quale patrimonio storico, la municipalizzata “Monte Giro” otterrà dettagliate “istruzioni per l’uso”, ovvero indicazioni sul nuovo regime di trattamento.

Va precisato che la legge dice che le Pompe funebri “non vendono” tombe, ma le assegnano in usufrutto a tempo indeterminato con l’obbligo di versamento dell’indennizzo e di manutenzione da parte dei fruitori. Faranno differenza, dunque, le tombe proclamate sotto massima protezione per le quali sarà la Città, tramite la “Monte Giro”, in dovere di provvedere alla tutela. In genere, al momento di definire il procedimento di ottenimento del permesso per la ristrutturazione di ogni tomba analizzata nello Studio, sarà necessario il benestare scritto della direzione delle Pompe funebri e il placet dell’assessorato di competenza.

A parte le 27 tombe – classificate quali particolari, specifiche, di eccellente pregio storico anche se non necessariamente appariscenti e monumentali e sopravvissute alla concessione – con lo Studio compiuto da Raul Marsetič e da Nataša Nefat, sono stati segnalati 37 sepolcri (indipendentemente se dati o meno in concessione) di grandissimo valore per quel che concerne proprio la monumentalità, l’architettura, la qualità del concetto stilistico, storico, culturale ed edile, la particolarità dei dettagli, qui compresa la preziosità documentaristica, artistica e d’autore, l’importanza nonché l’autorità dei personaggi di tempi remoti, che in dette tombe hanno trovato sepoltura.

Con l’introduzione dell’anzidetto regime di tutela sono state definite 4 categorie ben precise. Rientrano nella I categoria complessivamente 480 tombe, per le quali un qualsiasi intervento comporta la richiesta di permessi speciali. Saranno permessi esclusivamente il restauro, interventi di riparazione e manutenzione. Proibite qualsivoglia manovre che cambino l’aspetto primigeneo e comportino la copertura di scritte e la cancellatura dei nomi degli antichi proprietari.

Viene inteso quale secondo regime di tutela, quello da applicarsi nel caso di 354 tombe dove sono permessi minimi cambiamenti, in armonia con lo stile originario del monumento funerario, finalizzati anche a correggere interventi che nel tempo ne hanno rovinato l’aspetto e, come conseguenza, ridotto il valore. Prima di provvedere in merito, però, sarà necessario il permesso dell’ufficio cittadino addetto al patrimonio architettonico.

Altre 139 tombe sono beni storico-culturali di terza categoria. In detti casi gli interventi di rinnovo, la scelta dei materiali e la modellatura delle lastre, di altri elementi e decorazioni tombali devono essere consoni all’originale e all’ambiente memoriale. Idem, richiesto il nullaosta del competente ufficio per la tutela del patrimonio architettonico.

Resta la quarta categoria di tutela, d’ora in poi in vigore per quelle tombe che possono venire sì ricomposte con materiali nuovi, tenendo però assolutamente conto dei valori ambientali dell’area storica nel suo insieme.

Arletta Fonio Grubiša

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