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A Cittanova caccia alle streghe (Voce del Popolo 13 nov)

CITTANOVA – Avvisi di comparizione in Questura, interrogatori o, come vengono velatamente definiti colloqui informativi. A Cittanova in questi giorni l’atmosfera di tensione e paura che aleggia nell’aria tra i connazionali, ma anche tra molte altre persone che non sono di nazionalità italiana ma che sono informate dei fatti è tremenda: è in corso una vera e propria caccia alle streghe. L’atmosfera ricorda tempi che credevamo aver dimenticato. Tutto per una vicenda che ha a che fare con la nomina del direttore della locale scuola elementare italiana e che ha assunto aspetti inverosimili, ora ormai da vero e proprio scandalo mediatico, perché a intromettersi è stata dapprima la politica e adesso pure la Polizia. Ad esser stati già convocati e ascoltati dagli agenti della Questura sono la presidente della Comunità degli Italiani di Cittanova Paola Legovich Hrobat, il presidente del Comitato esecutivo della stessa CI, Glauco Bevilacqua, Sandra Zubin, già membro del Comitato scolastico della SEI di Cittanova e, ieri mattina, l’attuale facente funzioni di direttore dell’istituzione elementare in lingua italiana di Cittanova, professor Luka Stojnić. Un avviso di comparizione è arrivato anche a Vesna Luk, alla prof.ssa Anastasia Puzzer, a Marisa Melon Visentin, Morena Fabris, Damir Beletić, Manuel Pinter, Paolo Damuggia e Tamara Beletić, pure loro membri dell’ex Comitato scolastico, a al sindaco di Cittanova, Anteo Milos, che dovrà presentarsi a cospetto della polizia martedì prossimo. Tutto questo perchè? Perché Mariza Labinjan, professoressa di lingua inglese, residente a Umago, da vent’anni dipendente dell’elementare italiana di Cittanova, laureatasi a Trieste, di nazionalità croata, che si era candidata all’incarico di direttrice e che non ha ottenuto una conferma, li ha denunciati per violazione dei diritti umani (articolo 107 del Codice penale della Croazia). Un caso, quello della mancata nomina del direttore della SEI di Cittanova, che è stato politicizzato, probabilmente non a caso, ai più bassi livelli, come hanno giustamente tenuto a sottolineare commentando questa triste vicenda anche il presidente dell’Unione Italiana e deputato della CNI al Sabor, Furio Radin e il parlamentare istriano della DDI, Damir Kajin.

Una convalida fallita

Ma andiamo per ordine. Il passato inverno l’ex direttrice della Scuola elementare italiana di Cittanova, Eda Žokalj, va in pensione. Il Comitato scolastico, del quale fanno parte i rappresentanti del fondatore (Regione e Città), quelli del collettivo scolastico (quattro insegnanti) e quelli dei genitori (due), nonché un membro esterno in rappresentanza della locale Comunità degli Italiani (la presidente Paola Legovich-Hrobat), bandisce il concorso per la nomina del nuovo direttore. Scaduto il termine per la presentazione delle domande, i candidati all’incarico risultano tre e sono i connazionali Maurizio Rota e Floriana Bassanese Radin e Mariza Labinjan. La documentazione del primo candidato non soddisfa le richieste del concorso. Le altre due sì e l’unica differenza è che una candidata è di nazionalità italiana, mentre l’altra si dichiara di nazionalità croata. Nonostante il parere del fondatore e della locale Comunità degli Italiani, che sono propensi ad affidare l’incarico a Floriana Bassanese Radin, in quanto connazionale, in prima istanza i membri del Comitato scolastico, che sono nove, sostengono comunque con cinque voti a favore la nomina a direttrice di Mariza Labinjan, che tuttavia sembra godere del sostegno della maggioranza del collettivo.

I dubbi sul perché

Evasa questa parte della procedura, in base alle disposizioni di legge, la decisione del Comitato scolastico viene trasmessa in approvazione al competente ministero. A norma di legge, se entro 20 giorni dalla decisione del Comitato scolastico le autorità ministeriali non la contestano, il Comitato torna a riunirsi per approvare a tutti gli effetti e in via definitiva la nomina del candidato prescelto all’incarico. Ed è a questo punto che crolla il palco perché, nel frattempo uno dei membri del Comitato scolastico (la rappresentante dei genitori Marisa Melon Visentin) si dimette. Alla convocazione della seduta alla quale l’organismo scolastico deve convalidare la nomina a direttrice di Mariza Labinjan, un altro membro del Comitato non si presenta. A quel punto risulta impossibile convalidare la nomina di Mariza Labinjan a direttrice. E insorgono dubbi sul perché. Vista la situazione di impasse venutasi a creare alla vigilia dell’inizio di un nuovo anno scolastico, su iniziativa della Comunità degli Italiani, vengono convocate diverse riunioni.

Una questione di diritto di precedenza

“Con l’unico intento, chiariamolo subito, di trovare una via d’uscita e di raggiungere un accordo che sia esclusivamente nell’interesse della nostra istituzione scolastica e dei bambini che la frequentano” – tiene a precisare la presidente della CI di Cittanova, Paola Legovich Hrobat che, visto il polverone che il caso sta suscitando su certi media locali e in certi ambienti politici, abbiamo incontrato di proposito a Cittanova insieme a Glauco Bevilacqua e a Vesna Luk.
“I discorsi di nazionalismo di cui ci stanno tacciando non c’entrano niente in tutta questa storia – aggiunge Glauco Bevilacqua. “Tanto più che, una decina di anni fa, quando si era in cerca di una persona adatta ad assumersi la direzione della scuola elementare italiana di Cittanova, fui io stesso a contattare Mariza Labinjan, che tutti noi ben conosciamo e che frequenta pure la Comunità degli Italiani di Umago, città in cui risiede, per tentare di convincerla ad accettare l’incarico. In quel momento, tuttavia, lo rifiutò. Adesso, dopo tanti anni, ha concorso per quel posto ma aveva per controcandidata una connazionale. Poiché si tratta di una scuola elementare italiana, e in fin dei conti è anche la legge sull’istruzione a dirlo, ci sembra del tutto logico che la precedenza vada al candidato che è di nazionalità italiana. Tutto qua”.

Le lettere intimidatorie a Viviana Benussi

Dopo un incontro avuto a Cittanova su richiesta della stessa Mariza Labinjan con i rappresentanti della Comunità, ed al quale era stata invitata, nel suo ruolo di connazionale e vicepresidente della Regione e dunque rappresentante del fondatore, pure la professoressa Viviana Benussi, la professoressa d’inglese candidata all’incarico di direttrice della SEI di Cittanova si è rivolta alla stampa dichiarando ai giornalisti che durante quella seduta quest’ultima avrebbe letteralmente dichiarato: “Meio un zoto, un gobo, un storto, uno qualsiasi, basta che el sia italian”. Parole che la prof.ssa Benussi ha ripetutamente smentito, ma che hanno suscitato subito un vero scandalo essendo state riportate a più riprese e in varie sedi dai rappresentanti dei partiti di destra sia a livello locale che regionale. Gente alla quale poco importa che non le abbia dette. Tant’è vero che all’indirizzo della professoressa Benussi continuano a piovere lettere intimidatorie dai contenuti che oseremmo definire osceni. Alcune firmate (da parte di esponenti di Associazioni dei combattenti della guerra patriottica e di formazioni quali il Partito croato puro dei diritti) altre anomine. “Ciò che sta accadendo è assurdo e fa davvero paura – ci ha dichiarato ieri Viviana Benussi. “Non mancherò di chiedere la responsabilità di chi sta tentando di manipolare questa vicenda in maniera oltremodo subdola in sede di Consiglio regionale e di Assemblea dell’Unione Italiana”.

Il «no comment» di Mariza Labinjan

Sta di fatto che, ritenendosi parte lesa, Mariza Labinjan oltre a dare in pasto il tutto alla stampa, ha a quanto pare presentato pure una denuncia alla polizia. Se di propria iniziativa o incitata da altri non ci è dato sapere. Essendo parte in causa e volendo avere per correttezza pure una sua opinione sull’intera vicenda, pur avendo saputo da altre fonti che non voleva essere disturbata dai giornalisti, siamo riusciti comunque a contattarla per telefono. Ci ha però risposto: “Non vorrei commentare più quest’episodio né intromettermi oltre. Quel che avevo da dire l’ho già detto e non ho altro da aggiungere”.
Sta di fatto che certi partiti, ora non più soltanto a livello locale ma anche regionale, stanno ancora gridando allo scandalo, probabilmente con l’unico scopo di sferrare per l’ennesima volta un attacco alla CNI e a quelle formazioni politiche che ne hanno sempre sostenuto i diritti. Nonostante ci si dichiari a destra e manca democratici e rispettosi delle minoranze, pronti ad entrare in Europa.
“Le intenzioni di tutti noi sono sempre state estremamente positive e non hanno nulla a che vedere con la politica. Ciò che si voleva era soltanto operare per il bene di un’istituzione scolastica nostra che, essendo un’istituzione pubblica, merita tutto il nostro sostegno e fare in modo di nominare a direttore una persona che avrebbe agito e operato in questo senso. A rimetterci, in tutta questa storia, purtroppo, saranno soltanto Cittanova, la scuola e il collettivo” – ci ha detto ieri a proposito, subito dopo il rientro da un viaggio a Zagabria, il sindaco di Cittanova Anteo Milos. Anche lui è stato convocato dalla polizia. Dovrà presentarsi a colloquio martedì.

Tre funzionari di polizia in Consiglio

È senza ombra di dubbio indicativo, in quest’intera faccenda, ancora un dato. In seno al Consiglio municipale di Cittanova, che è composto da 15 membri e che è a maggioranza dietina, l’opposizione ha quattro rappresentanti, uno del partito socialdemocratico dell’SDP e tre dell’HDZ. Due di questi ultimi sono funzionari di Polizia. In barba agli appelli rivolti nei giorni scorsi ai partiti da parte del presidente dell’UI Furio Radin di non strumentalizzare questa delicata situazione, ieri a commentare il caso, a Pola, è stato il presidente del Comitato regionale dell’HDZ, Marino Roce, che ha rivolto un invito ai politici dietini a “non esercitare pressioni sugli organi della giustizia e a lasciare che facciano il loro lavoro, ovvero chiarezza” su una faccenda che, a parer suo e fino a prova contraria, è “fin dall’inizio in odore di irregolarità e di lesione della dignità umana”. Si continua a insistere nell’evidenziare che è in atto la discriminazione di un candidato di nazionalità croata ma si sottace che all’incarico, mesi prima, non era stata eletta una candidata che soddisfava tutte le condizioni richieste dal bando di concorso per l’incarico di lavoro in questione, ovvero Floriana Bassanese Radin, persona di grande esperienza lavorativa, oltre a tutto italiana (tant’è vero che è presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana). Commetterebbe un reato, secondo il leader istriano dell’HDZ, chiunque chiamasse in causa pubblicamente le istituzioni giudiziarie e influissse su di loro.

L’amarezza di Luka Stojnić

L’aria che tira a Cittanova è davvero di grande tensione e la situazione venutasi a creare è terribile. Ce lo ha confermato pure il professor Luka Stojnić, l’insegnante di cultura artistica e figurativa che dal 1.mo settembre, grazie al sostegno di tutti, incluso il collettivo e dunque anche tutti i colleghi professori, è stato nominato facente funzioni di direttore della SEI di Cittanova. Nella situazione di impasse venutasi a creare si è proceduto in base alle disposizioni della legge e il Comitato scolastico stato sciolto. Al suo posto il ministero della Scienza, dell’Istruzione e dello Sport ha nominato una Commissione composta da tre membri, che con decorrenza dal 1.mo settembre di quest’anno, ha affidato a lui l’incarico di facente funzioni di direttore. Ora l’importante è che si arrivi a trovare un direttore che sarà in grado di creare un’atmosfera scolastica adatta a trasmettere ai ragazzi che la frequentano i valori fondamentali per la Comunità nazionale e cioè quelli della cultura italiana.
“Sono estremamente amareggiato di ciò che sta accadendo, perché ne va dell’immagine della scuola e ad essere danneggiati da tutte queste circostanze, alla fine, saranno soltanto la scuola stessa, gli insegnanti che ci lavorano e, soprattutto, gli alunni che la frequentano e che già chiedono a noi professori ‘ma che cosa sta succedendo con la nostra scuola?’. Quello di andare a coinvolgere l’opinione pubblica in tutta questa vicenda è stato un atto davvero scellerato e secondo me non trova giustificazione alcuna” – ci ha detto a proposito. Visto l’evolversi delle cose lui stesso, avendo accettato l’incarico di facente funzioni di direttore, si ritrova in una situazione davvero poco invidiabile. Ha comunque il sostegno di tutti. Sarà compito suo, adesso, bandire un nuovo concorso per il posto di direttore.

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