di Alessandra Vivoli
CARRARA. Una mostra sulle Foibe in via Roma. Scontri fra estremisti di destra e sinistra: un poliziotto ferito e due giovani sotto accusa per lesioni. «Questo non è un processo normale. È un processo fra rossi e neri». Parole forti, ieri in aula, dell'avvocato Franco Perfetti. Un processo delicato che vede sul banco degli imputati due ragazzi, Zizi Ismail, assistito da Franco Perfetti e Stefano Fregosi (difeso dal legale George Botti). L'accusa è di lesioni gravi nei confronti di un poliziotto, l'ispettore Angelo Leoenardi che si è costituito parte civile, dopo essere rimasto ferito, proprio in occasione degli scontri in via Roma, al ginocchio e al collo. Lo scenario, dei fatti finiti in tribunale, è una discussa mostra sulle Foibe organizzata tre anni fa dalla Destra. È qui che si sono fronteggiati ultras della Carrarese, di diverso schieramento politico: quelli di estrema sinistra e quelli di destra. Ieri doveva svolgersi la discussione, davanti al giudice Maurizio Mauceri. E il pm Lara Navarrini ha pure formulato la sua richiesta: 2 anni di reclusione per entrambi gli imputati. Ma l'avvocato Tubolino ha annunciato che il suo assistito ha rimesso la querela nei confronti del Fregosi, che ha provveduto a risarcire il danno alla parte civile. Al termine delle arringhe degli avvocati quindi il processo è stato aggiornato al 29 novembre. Perché, trattandosi di reato identico, la remissione di querela dovrebbe estendersi a tutti e due gli imputati, anche a Zizi Isamil. E quindi il processo potrebbe chiudersi senza alcuna sentenza ma con un semplice «non luogo a procedere per intervenuta remissione di querela».
La vicenda.
Una mostra sulle foibe, organizzata nel febbraio del 2007 nella centralissima via Roma. È finita al centro di uno scontro fra giovani di estrema destra e, dall'altra parte, militanti di sinistra. Il tutto terminato con l'aggressione a un poliziotto, l'ispettore Angelo Leonardi. Che ha riportato lesioni, documentate nel referto del Protno soccorso, al rachide cervicale e a un ginocchio, guaribili in 21 giorni. Ma che, secondo quanto documentato- con certificati medici – dalla parte civile, lo avrebbero poi tenuto a riposo dal lavoro per 2 mesi. Ma anche la documentazione medica è stato al centro della discussione in tribunale. Per l'avvocato Perfetti: «Non credo ai sessanta giorni di convalescenza, in questo processo ci sono state molte cose fatte con superficialità, ed è proprio per questo che non si possono chiudere 2 anni di reclusione nei confronti di questi ragazzi, come ha fatto invece il pubblico ministero». L'avvocato Perfetti ha ribadito inoltre la non disponibilità del suo assistito a risarcire il danno alla parte civile. «Perché, giudice – ha concluso il legale – siamo innocenti». Un processo quindi che, anche nelle fasi finali, si è rivelato pieno di colpi di scena. Tutto è aggiornato a lunedì 29 novembre. Per le repliche degli avvocati e la conclusione.