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Scrittori e due culture (Il Piccolo 18 nov)

LETTERE

Interessante richiamo qualche giorno fa in questa pagina sulla presunta divisione in compartimenti stagni a Trieste anche sul piano culturale, in occasione della presentazione del libro di poesie di Ugo Pierri da un lato e dall’altro della mostra dedicata a P.A. Quarantotti Gambini. Noto che si fa sempre riferimento a un popolo della sinistra, oggi in realtà molto eterogeneo, disarticolato, troppo individualista sul piano politico, contornato spesso da frange isteriche e inconcludenti, dove i superstiti pseudo-nostalgici hanno in realtà scarsa o deviata conoscenza della storia che li riguarda.

Anche la destra che fa da contropeso in queste occasioni è troppo spesso la più becera e non meritevole di commenti, sicuramente la meno titolata e oggi direi anche più che mai confusa. Per visitare la mostra su Pier Antonio Quarantotti Gambini non devo necessariamente essere un istriano o uno che vota a destra, perché come scrittore egli si è fatto apprezzare anche fuori Trieste e se visito tale mostra vado semplicemente a vedere orgogliosamente uno scrittore delle nostre terre. Altra nota interessante riportata sulla stessa nota è che nessuno ha chiesto scusa a P.A. Quarantotti Gambini per l’accusa di filo fascismo fattagli durante i famosi quaranta giorni, poi dimostratasi ingiusta, che lo costrinsero a esiliarsi a Venezia lasciando Trieste, più vicina alla sua Capodistria. Non ci consola che nessuno abbia mai chiesto scusa anche a tanta altra gente di quelle terre, se non le ammissioni fatte in età avanzata da Vidali e Sema, storici e massimi leader per decenni del partito comunista a Trieste.

Inoltre non è possibile mettere sullo stesso piano P.A. Quarantotto Gambini con un autore vivente e politicamente inquadrato per leggere l’assetto politico triestino dalle frequentazioni delle due manifestazioni dove gli affezionati di sempre che appaiono si evidenziano inequivocabilmente fra toni anche di isterismo indefinibile da un lato e di presunte istro-nostalgie dall’altro. Spero che esista anche una Trieste non legata a frange estreme con una visione più ragionata della realtà e delle cose che sappia isolare le varie strumentalizzazioni politiche che la stanno rovinando da decenni con una sua maggiore e visibile presenza su tutto ciò che la riguarda.

Livio Ceppi

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