Continuano a giungere reazioni alle deliranti affermazioni del presidente croato.
Codarin, presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli: "Sono dichiarazioni che continuano a creare un solco tra Italia e Croazia e motivate, probabilemnte, da problemi di politica interna. Mi consolano le parole di napolitano, che testimoniano come l'Italia abbia finalmente capito i drammi vissuti in queste terre".
Tremul, presidente dell'Unione Italiana: " A questo punto bisognerebbe rendersi conto di dover fare un passo indietro e affrontare i fatti storici con la serenità che gli stessi fatti richiedono."
Lacota, presidente Unione degli istriani: "Non c'è nulla da meravigliarsi".
Delbello, direttore dell'IRCI: "Mi chiedo dove Mesic voglia arrivare attaccando tutto e tutti".
Violante, presidente della commissione affari istituzionali della Camera: "E' bene che la Croazia guardi con più serenità alla storia dura e sanguinosa del confine orientale italiano".
Rosato, presidente della commissione esteri della Camera: "Il discorso del presidente Napolitano ha ricordato le sofferenze degli italiani costretti a lasciare quelle terre".
Budin, sottosegretario al commercio estero e appartenente alla minoranza slovena in Italia: "non sono affatto d'accordo con Mesic ne' quando adduce la violenza del fascismo come giustificazione delle foibe ne' tantomeno lo sono quando respinge le parole del presidente Napolitano, che condivido''.
Andreotti, senatore a vita: "Chiudere polemiche fuori dalla storia e guardare ad ogni problema in chiave eropea".
Giovanardi, UDC: "Incredibile che le parole di amicizia e pace del presidente Napolitano vengano volutamente equivocate".
Diliberto, Pdci: "La reazione di Mesic era assolutamente prevedibile".
Menia, AN: "Chi giustifica le Foibe e insulta l'Italia intera, si copre di vergogna e non ha il diritto civile e morale di entrare in Europa".
Antonione, FI: "Le dichiarazioni di Mesic sono totalmente inaccettabili e sono anche molto pericolose per la Croazia stessa".
Compagnon, UDC friulano: "E' la dimostrazione che Mesic è rimasto il partigiano titino di una volta".
Dipiazza, sindaco di Trieste: "Un capo dello Stato dovrebbe essere più accorto quando parla, perché lo fa a nome dell'intera nazione"