STRUGNANO – Tavola rotonda con presentazione del primo volume – “Dall’inizio del Novecento al Secondo conflitto mondiale” – di “Chiudere il cerchio. Memorie giuliano-dalmate”, libro a cura di Olinto Mileta Mattiuz e Guido Rumici, pubblicato dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Comitato di Gorizia in collaborazione con la Mailing List Histria (2008), domani sera, venerdì 10 dicembre, a Strugnano, presso la Comunità locale (ore 18).
All’incontro prendera parte il curatore dell’opera, Guido Rumici, che dialogherà con lo storico piranese Kristjan Knez, presidente della Società di studi storici e geografici di Pirano. Ondina Lusa leggerà alcuni passi tratti dal volume. Seguirà il dibattito. La manifestazione viene organizzata dalla Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini”, dall’Unione Italiana e dall’Università Popolare di Trieste, congiuntamente con la Società di studi storici e geografici di Pirano.
Guido Rumici è docente e pubblicista ben noto nell’ambiente istriano (e non solo, ovviamente). Come ricercatore di storia ed economia regionale, è autore di numerosi articoli e saggi sulla storia della Venezia Giulia e della Dalmazia, tra cui “Fratelli d’Italia”, “Italiani divisi”, “Infoibati” e, tra gli ultimi lavori, “Un paese nella bufera – Pedena 1943/1948” e “Storie di deportazione: Pola e Dignano – maggio 1945. Testimonianze di Istriani reduci dalle carceri di Tito”. Olinto Mileta Mattiuz è nato a Pola e ricorda bene l’imbarco sul Toscana; è autore di saggi demografici, quali “Popolazioni dell’Istria, Fiume, Zara e Dalmazia (1850 – 2002)” e “Ipotesi di quantificazione demografica”, e di diverse pubblicazioni a cura del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno.
Il volume “Chiudere il cerchio, memorie giuliano-dalmate” descrive, per mezzo di un’efficiente raccolta di testimonianze, la storia della Venezia Giulia nella prima metà del Novecento, dall’inizio del secolo appena passato allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Pubblicato dall’ANVGD di Gorizia assieme alla Mailing List Histria (MLH) descrive un mondo che è stato violentemente lacerato dagli eventi della Storia. Gli svariati episodi descritti dai numerosi intervistati raccontano le vicende sia di chi fu costretto ad andarsene sia di chi, invece, rimase nella propria terra, scoprendosi ben presto un intruso a casa propria. L’intento dichiarato di “Chiudere il cerchio” è quello di cercare di saldare in qualche modo le anime dei giuliano – dalmati, di chi fece o subì scelte laceranti e dei loro figli e nipoti che, comunque, dovettero nel tempo inserirsi in nuovi contesti molto diversi da quelli delle generazioni precedenti.
Lo scopo del volume è divulgativo; cerca di avvicinare ad un’ampia platea di lettori qual era la vita ed il tessuto sociale della Venezia Giulia e della Dalmazia, viste in talune sfaccettature che sovente non vengono raccontate dalle monografie più specifiche. Con le storie raccontate in “Chiudere il cerchio” i curatori dell’opera e l’editore propongono il primo di una serie di lavori nell’ambito di un progetto pluriennale di ricerca di testimonianze e della loro pubblicazione, per contribuire, sebbene in piccola parte, alla ricostruzione di quel grande mosaico che è la storia della società giuliana e dalmata del Novecento. Il progetto prevede quattro libri in cui le vicende si susseguono cronologicamente. Tale lavoro potrebbe rappresentare, nelle intenzione degli autori, uno strumento utile per iniziare una più articolata ricerca sul tema della società giuliana e dalmata, nella speranza che anche questi pochi tasselli di testimonianze possano aiutare, pur nella loro estrema semplicità degli episodi descritti, a comprendere meglio il clima in cui si viveva. (br)