di ANDREA MARSANICH
ZAGABRIA Arrestato venerdì pomeriggio dalla polizia in Austria mentre si accingeva a pagare il pedaggio autostradale ad un casello in località Sankt Michael, l’ex premier croato Ivo Sanader è stato ascoltato ieri dal giudice inquirente del Tribunale di Salisburgo, che ha ordinato nei suoi confronti 15 giorni di carcere in attesa d’estradizione alla Croazia. Indagato in patria per associazione a delinquere, corruzione e abuso di potere, il 57enne ex primo ministro potrebbe essere consegnato in tempi relativamente brevi alle autorità croate, che provvederebbero a sistemarlo subito nel penitenziario di Remetinec (Zagabria), dove negli ultimi mesi si è fatto intenso il via vai di politici e dirigenti di aziende pubbliche e private, accusati di corruzione. Sanader si trova a spartire la cella con un uomo sotto processo per furto, sostengono i media austriaci, e trascorse le due settimane di carcere saranno i magistrati quali passi intraprendere. È certo che la giustizia austriaca proporrà al dalmata se sia d’accordo di essere estradato in tempi brevi alla Croazia. Se risponderà di sì, come sostiene il suo avvocato, Sanader potrebbe rappresentare la “strenna di Capodanno” di un governo e di un Paese che, lottando contro la corruzione, vogliono ingraziarsi i favori di Bruxelles, per poter entrare nel 2012 o nel 2013 nell’ Unione europea.
Se la risposta invece sarà no, l’iter di estradizione si complicherà, con il Tribunale salisburghese che si riserverà di prendere una decisione, per la quale ci vorrà del tempo. L’esempio arriva dal generale croato in pensione, Vladimir Zagorec, che era accusato di furto di diamanti e per la cui estradizione dall’Austria alla Croazia, le autorità di Zagabria hanno atteso 19 mesi. A prescindere da come andrà a finire, è stato accertato che Sanader non possiede la cittadinanza austriaca, altrimenti la Croazia si sarebbe potuta scordare di riavere l’ex premier in quanto Vienna non permette l’estradizione dei propri cittadini. Emergono intanto altri particolari legati alla cattura dell’altro ieri: nonostante che venerdì si fossero rincorse le voci sull’arrivo spontaneo di Sanader in Croazia, diffuse da amici e avvocati difensori, il politico aveva elaborato un piano del tutto diverso. Aveva infatti l’intenzione di recarsi a Monaco di Baviera e da lì raggiungere Washington in aereo. Il programma di fuga è saltato nel momento in cui le autorità americane gli hanno annullato il visto d’ingresso negli Stati Uniti. Con la polizia alle calcagna a causa del mandato d’arresto internazionale emesso dal ministero dell’Interno croato, Sanader è stato beccato a bordo della sua auto con il muso puntato verso Nord, verso la Germania.
Tra i casi di corruzione in cui spunta la regia di Sanader, quello dell’Azienda elettrica statale (Hep). Gli investigatori dell’Uskok (Ufficio croato per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata) hanno fermato due alti dirigenti dell’Hep e il proprietario del gruppo Dioki e del giornale fiumano Novi List, Robert Jezic (ritenuto tra i più ricchi nel Paese, con un patrimonio di centinaia di milioni di euro) in quanto l’Azienda elettrica avrebbe venduto a prezzi scontati – e dunque illegalmente – ingenti quantitativa di energia elettrica alla Dioki. Uno degli indagati, l’ex direttore generale dell’Hep, Ivan Mravak, è già sospettato di avere concesso, ad insaputa della direzione aziendale, un prestito alla Dioki di 15 milioni di kune, circa 2 milioni di euro.