Una spiacevole esperienza conclusasi con un inaspettato gesto di generosità che tanto odora di storia di Natale. Il protagonista della storia – realmente accaduta lo scorso 15 dicembre – è il muggesano Alfredo Chermaz, per anni gestore del bar nell'autostazione delle corriere del Silos. Pensionato, nato a Pirano nel 1943, quel giorno l'uomo con 60 euro in tasca si reca in Slovenia per fare il pieno di benzina.
Ma cinque metri dopo il valico di Rabuiese viene fermato dalla polizia del posto che gli chiede i documenti. «Purtroppo avevo solo la patente, – racconta Chermaz – la carta di identità l'avevo dimenticata nel giaccone che indossavo il giorno prima. A quel punto gli agenti mi hanno sequestrato la patente riferendomi che per riaverla avrei dovuto pagare immediatamente una multa di 250 euro – pena prevista per chi entra in Slovenia senza passaporto o carta di identità – o di 500 euro se pagata successivamente in caserma».
Colto dal panico, il pensionato propone di farsi portare il documento da casa, telefonando alla moglie. Ma i poliziotti specificano che ormai l'infrazione è già stata commessa. «Allora ho proposto di farmi portare i soldi – specifica l'uomo – ma mi hanno fatto capire che non c'era tempo e che il loro posto di blocco non sarebbe durato così a lungo».
Disperato, Chermaz cerca di far capire alle forze dell'ordine che per lui sarebbe impossibile pagare successivamente 500 euro. «Scusandomi e ribadendo che le mie intenzioni erano esclusivamente quelle di andare a fare il pieno a pochi metri dal valico – ricorda – ho spiegato che sono un pensionato da 750 euro al mese. Ma loro non hanno fatto altro che commentare la circostanza, specificando che il loro stipendio era inferiore alla mia pensione».
Avvilito e ormai rassegnato a rientrare a Muggia senza pieno di benzina ma con una multa di 500 euro, a quel punto Chermaz nota che un'automobile con targa italiana si ferma accanto alla sua. «Ne è scesa una coppia di distinti signori – racconta – e la donna con gentilezza e dicendomi di aver notato che discutevo con i poliziotti, si è offerta di fare da traduttrice visto che conosceva lo sloveno». La sconosciuta signora cerca di spiegare nuovamente alla polizia la situazione, prospettando soluzioni alternative. Ma nulla da fare. «A quel punto, mentre i poliziotti redigevano il verbale riportando i miei dati anagrafici – ricorda Chermaz ancora incredulo – il marito della donna mi si avvicina e tirando fuori il portafogli mi mette tra le mani 250 euro. Poi mi fa gli auguri di buon Natale e con la moglie riparte verso la Slovenia».
Un atto di grande generosità, di estrema delicatezza, di solidarietà che testimonia come in mezzo a migliaia di storie a tinte forti ci siano ancora persone che con un piccolo grande gesto rinfranchino la nostra fiducia negli altri.
«Non ho parole per ringraziare il signor Roberto B. e sua moglie – dice Chermaz – la loro generosità mi ha commosso. A questi due concittadini che sono riuscito successivamente a contattare, auguro tutto il bene del mondo. Mi hanno riscaldato il cuore».
Quello che invece stupisce e rattrista l'uomo è aver provato sulla sua pelle il comportamento intransigente della polizia slovena. «Mi spiace notare – conclude sventolando il verbale conservato meticolosamente in tasca – che un semplice pensionato venga trattato come un malvivente. Bastava un minimo di buon senso e un briciolo di comprensione».
Laura Tonero su Il Piccolo del 21 dicembre 2010