di ANDREA MARSANICH
SALISBURGO Rischia fino a dieci anni di carcere, ma non nel Paese da cui era scappato, la Croazia, bensì in Austria, nella quale era riparato, credendo di poter farla franca prima di raggiungere gli Stati Uniti. L’ex premier croato Ivo Sanader, che in patria è indagato per corruzione e associazione a delinquere, si trova da due settimane in carcere a Salisburgo, ed ora è anche ufficialmente sospettato di lavaggio di denaro sporco, denuncia partita da una banca di Innsbruck, dove il 57enne dalmata è titolare di due conti.
Le indagini sono dunque partite nella città tirolese, ma il caso è stato trasferito a Vienna in quanto di competenza della Procura statale incaricata di fare luce su casi di corruzione.
Se i sospetti dovessero risultare fondati, nei confronti di Sanader verrebbe sollevato l’atto d’accusa, e dunque la sua estradizione in Croazia diventerebbe un affare maledettamente complesso.
Oggi, e sempre dal carcere salisburghese, Sanader dovrà rispondere in videocollegamento alle domande dei componenti della speciale commissione d’inchiesta carinziana incaricata di sollevare i veli concernenti lo scandalo della Hypo Bank.
I media austriaci hanno scritto che Sanader è sospettato di avere avuto benefici (leggi ingenti somme di denaro) dalla Hypo Bank, la cui attività si era estesa anni fa nell’Europa sudorientale e dunque anche in Croazia.
Intanto un team di avvocati zagabresi, che ha la delega per assistere Sanader, è giunto a Salisburgo dove ha incontrato l’ex premier ed ex presidente della Comunità democratica croata (o Accadizeta). L’intento dei legali è di ottenere la libertà su cauzione di Sanader, convincendo le autorità austriache che il loro assistito è vittima in Croazia di persecuzioni politiche, e che non aveva l’intenzione di fuggire.
Se le loro tesi dovessero rivelarsi convincenti, Sanader potrebbe uscire dal carcere e restare in libertà fino alla conclusione del procedimento di estradizione. Ma è altrettanto vero che l’ex uomo forte della Croazia potrebbe venire nuovamente arrestato per le vicende della Hypo Bank e della banca di Innsbruck.
A proposito di quest’ultima gli investigatori intendono scoprire se i conti bancari di Sanader siano da ricollegare ai reati per cui è indagato nel Paese da cui è scappato poco prima che gli venisse revocata l’immunità parlamentare.
Si è scoperto inoltre che, raggiunta l’Austria dalla Slovenia, Sanader aveva alloggiato nell’albergo Pulverer, struttura extralusso (5 stelle) nella nota località di Bad Kleinchirchheim, tradizionalmente molto frequentata anche da triestini e goriziani.
Mentre il caso Sanader è in piena evoluzione, altri due illustri fuggiaschi croati sembrano aver esaurito le chance a loro disposizione. L’ex deputato parlamentare slavone, Branimir Glavas, condannato in patria per crimini di guerra contro civili serbi e fuggito in Bosnia ed Erzegovina, ha cominciato a scontare la pena detentiva di otto anni nel penitenziario di Zenica (Bosnia).
Glavas sperava di cavarsela con la fuga, ma nel frattempo Sarajevo e Zagabria hanno firmato l’accordo sulla reciproca assistenza nei procedimenti penali. La sentenza del tribunale di Zagabria è così diventata esecutiva, e Glavas ha potuto soltanto scegliere di scontare la condanna in Bosnia.
Identico il destino del cardiochirurgo fiumano Ognjen Simic, che – condannato per concussione a Fiume – era fuggito in Bosnia. Il tribunale conteale di Sarajevo lo ha condannato a 2,5 anni di reclusione, su richiesta del ministero della Giustizia croato. Una volta che il verdetto passerà in giudicato, Simic non potrà svolgere per cinque anni la professione di medico.
Apprezzato cardiochirurgo, Simic chiedeva denaro per consentire ai pazienti di scavalcare le lunghe liste d’attesa, per poi operarli personalmente. Era stato colto in flagrante dalla polizia.