Almeno in questo caso, non si tratta di una rilettura inventata di recente, ma si protrae da decenni, ed i francobolli sono lì a documentarlo. Nato dalmata, lo ha ricordato ieri il presidente del Coordinamento adriatico Giuseppe de Vergottini, lo scienziato e teologo gesuita Ruggiero Giuseppe Boscovich (1711-1787) si firmava con il nome italiano, o al più con quello latino, Rogerius Josephus Boscovich.
Ma a Belgrado e a Zagabria lo hanno sempre individuato impiegando la versione slava: Ruđer Josip Bosković. A precisarlo è il collezionista specializzato in astronomia e spazio Renato Dicati. L'esperto cita diverse cartevalori postali emesse dall'altra parte dell'Adriatico. La Croazia di Ante Pavelić, ad esempio, ha celebrato il gesuita il 13 dicembre 1943 con due tagli, da 3,50 e 12,50 kune, ma anche la Jugoslavia post bellica, di tutt'altro orientamento politico, lo ha ripreso utilizzando lo stesso nome. Figura, per dire, nel 100 dinari del 24 dicembre 1960 dedicato alle personalità nazionali come nel 150 dinari del 13 febbraio 1987 emesso in occasione del bicentenario della morte.
Altro, naturalmente, è il problema che ora giace sui tavoli dell'Ufficio filatelico e numismatico vaticano in vista della congiunta con la Croazia, attesa per l'anno prossimo. La richiesta è che lo si commemori rispettando la sua cultura e la sua sensibilità, testimoniate dai documenti di allora.