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23 gen – ANVGD Giovani: Segnan soddisfatto dell’incontro a Bologna

Ecco una riflessione “a caldo” di Marino Segnan, vicepresidente nazionale dell’ANVGD, sul quarto incontro dei giovani attivi in seno all’Associazione, appena svoltosi a Bologna il 22 gennaio.

Ad oltre sessant’anni dall’esodo della popolazione italiana autoctona dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia a seguito della cessione, nel 1947, di quei territori all’ex Jugoslavia di Tito, i giovani dell’ANVGD si sono ritrovati – per la quarta volta dal 2009 – in un incontro nazionale, portando con sé il bagaglio di memorie e di conoscenze ereditato dalla prima generazione ma, come giusto e bene, anche attese, proposte e prospettive nuove.

Due anni addietro abbiamo voluto “varare” la rappresentanza dei giovani iscritti e simpatizzanti per aprire loro uno spazio di confronto e propositivo dal quale 

Se è consentito un paragone sportivo, verrebbe da dire che i giovani sono per la memoria come la «Primavera» per le squadre, le speranze del futuro: e nell’associazionismo giuliano-dalmato i preziosi eredi delle esperienze vissute e sofferte oltre sessant’anni fa. Sarebbe un grave errore non coltivare il loro interesse e la loro disponibilità, perché è vero che la storia scritta – e se ne sta scrivendo molta in questi anni, finalmente, sulle vicende del confine orientale – conterrà cronologie e interpretazioni, ma opera su un altro piano; la memoria è anche elemento vivo, incarnato nelle persone, nelle vite e nel comune tessuto sociale, e i giovani sono il serbatoio di quel ricordo che può alimentare la conoscenza.

Allora, due sono le condizioni essenziali ad un proficuo lavoro: perfezionare sempre le competenze e disporre di uno spazio visibile di azione. Acquisire e perfezionare le competenze significa riconoscere che non è sufficiente raccogliere le testimonianze, bisogna saperle elaborare e inserire in un quadro ampio di conoscenze; operare in uno spazio visibile significa che le seconde e terze generazioni devono agire in condivisa relazione con le strutture associative, così come già avviene in molti Comitati ANVGD nei quali siano presenti. Le rappresentanze territoriali dell’Associazione possono (e devono, in questa luce) beneficiare di nuove energie, capaci come sono le nuove generazioni  di interagire con una società che cambia rapidamente linguaggi e strumenti di comunicazione. Restare con la penna d’oca nel tempo del Web – per esemplificare – significa escludersi volontariamente dal mondo contemporaneo, svanire del tutto dall’orizzonte.

Dunque, non cogliere e non stimolare l’opportunità di avvalersi del loro apporto sarebbe segno di cecità ed anche di egoismo, che sono l’esatto contrario di quanto l’associazionismo giuliano-dalmato ha bisogno. La storia vissuta deve aprirsi, comunicarsi, diffondersi: e chi potrà farlo negli anni a venire, quando la prima generazione si sarà affievolita del tutto?

Nei precedenti incontri del gruppo Giovani è chiaramente emersa – e quest’ultimo di Bologna lo ha confermato – l’esigenza di innestare le nuove energie che con la loro presenza, le loro idee e le loro riflessioni hanno animato il quarto appuntamento dedicato. Le generazioni successive all’esodo che si sono riconosciute in una storia originaria devono esprimersi e poter “contare” con saggezza, all’interno e nelle relazioni con la società civile, la scuola, la pubblica opinione. Il loro supporto alla memoria può renderla materia viva, attiva, capace di trasmettersi agli altri senza che si esaurisca nel rimpianto.

Il rischio, diversamente, sarebbe di consegnare al domani un ricordo affidato esclusivamente ai libri – che ci sono e saranno, e beninteso sono di assoluta importanza – ma non vivo nell’anima e nella parola delle generazioni nuove che ci sono già accanto.

Marino Segnan, Vicepresidente nazionale ANVGD e supervisore per il Mondo giovanile

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