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Mantica: l’iniziativa adriatico-ionica è già UE (Il Piccolo 26 gen)

Europa, Europa, fortissimamente Europa, è questo l’appello che giunge dal summit degli otto Paesi dell’Iniziativa adriatico-ionica (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia) ieri a Jahorina (Sarajevo) per gettare le fondamenta della prossima Macro-regione adriatico-ionica.

«Siamo convinti – è la risposta del sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica – che quest’area è già Unione europea. L’adesione avverrà secondo i tempi e le procedure sancite dai ventisette, ma la Macroregione adriatico-ionica è già un’iniziativa europea che può contribuire ad accelerare i tempi d’adesione, insegnando a ragionare secondo gli standard comunitari, creando altresì un dialogo non sempre facile».

«Per noi – gli fa eco il viceministro degli Esteri della Bosnia-Erzegovina signora Ana Trisic Babic – la Macro-regione è un ponte verso l’Ue. Non abbiamo tempo da perdere, per questo dobbiamo elaborare progetti concreti». La strategia della Macro regione, è stato stabilito ieri dagli otto nel documento finale, in cui operano due Paesi membri (Italia e Slovenia), uno in veloce avvicinamento all’Ue (Croazia) e altri quattro che iniziano il loro percorso verso Bruxelles, è quella di stabilire un chiaro progetto politico per gli Stati dei Balcani occidentali nei termini di una più stretta collaborazione tra i Paesi coinvolti da sviluppare in tandem con il processo d’avvicinamento all’Unione europea. Strategia che viene confermata anche dalla parole del vicedirettore generale della Commissione per l’allargamento Stefano Sannino, il quale chiede «una concreta forma di cooperazione» tra le nazioni coinvolte anche nell’ottica di una razionalizzazione dei progetti (attualmente sono una trentina quelli inerenti all’area) da portare sul tavolo a Bruxelles, tenendo altresì ben presente che attualmente non è ipotizzabile un aumento delle risorse». Insomma, bisogna rimodellare i progetti per rifinanziarli con il budget a disposizione e presentarli così all’Ue.

L’obiettivo, è stato ribadito ieri a Jahorina, è quello di ottenere nel 2014 l'approvazione del Consiglio europeo, ottenendo così la valenza per la Macro-regione adriatico-ionica di ”Progetto europeo” per inserirlo nel bilancio comunitario 2014-2119. Nel 2014 poi, i semestri di presidenza dell’Unione europea saranno a guida greca e italiana. Sia Atene che Roma fanno parte nella nuova Macro-regione e potranno così inserire questa strategia tra le loro priorità. Contemporaneamente il Montenegro, che detiene attualmente la presidenza dell’Iniziativa adriatico-ionica lavorerà per dare vita a maggio a un vertice tra i ministri degli Esteri degli otto e i vertici di Bruxelles. Concretamente parlando i progetti su cui si concentreranno gli sforzi della nascitura Macro regione sono relativi allo sviluppo del mare, all’implementazione delle sue risorse (portualità e pesca) e alla sua tutela ambientale, alla mobilità con l’attuazione dei corridoi paneuropei ”cinque”, ”otto” e ”dieci” e all'approvvigionamento dell’Europa di gas e petrolio.

Per quanto concerne la portualità bisogna «trovare le modalità – sostiene Mantica – per fare affluire il maggior numero possibile di merci dall’India, dalla Cina attraverso il Canale di Suez e cercare di superare gli egoismi che fin qui hanno caratterizzato i rapporti tra gli scali adriatici dei vari Paesi e, a volte, vedi l’Alto Adriatico italiano, anche fra quelli di uno solo Paese cogliendo così l’opportunità che l’Adriatico ci offre di giungere direttamente al centro dell’Europa. Adriatico, dunque, autostrada del mare e i porti come ”traghetti” attraverso i quali trasbordare le merci su gomma o su rotaia, sviluppando un lavoro sinergico tra gli scali. Altrimenti qual si voglia ipotesi di sviluppo verrà inesorabilmente a mancare. (m.ma.)

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